Domani, 27 febbraio, Mario Draghi sarà alla Conferenza dei presidenti di commissione del Parlamento europeo, a Strasburgo, per parlare del suo prossimo rapporto sulla competitività dell’economia europea atteso per giugno e della necessità di un “cambio di paradigma” della politica e dell’economia dell’Unione Europea.
Non ci gira attorno l’ex presidente del consiglio italiano,
Draghi, che in questo caso rappresenta la voce genuina dell’insieme dei paesi
imperialisti dell’Europa, divisi e in lotta al loro interno per storia e
livello di sviluppo capitalistico: il “cambio di paradigma” è necessario per
“competere con gli Stati Uniti in un mondo sempre più armato e violento” (v. il
Manifesto del 25 febbraio) ma anche con la Cina…
Per Draghi la differenza con gli altri paesi imperialisti è
in tutti i settori: «nella
produttività
, nella crescita del
Pil
,
nel Pil pro capite». «L’ordine economico globale in cui l’Europa ha prosperato
è scosso», dice,
dall’alta dipendenza dall’energia russa
, dalle
esportazioni
cinesi
e dalla
dipendenza per la difesa dagli Usa
e
dalla
produzione industriale digitale
.”
Per dare una svolta “servono investimenti colossali”! Solo
nella transizione verde e digitale servono “500 miliardi l’anno, per pagare i
costi del taglio del 90% delle emissioni entro il 2040 (
800 miliardi
all’anno
, ha stimato la presidente Bce Lagarde;
75 miliardi da dare alla
Nato e rispettare l’impegno del 2% di Pil all’anno in armi
. Con i governi
che hanno le mani legate dal patto di Stabilità, servirebbe mobilitare il
risparmio privato per alimentare il capitalismo finanziario europeo. In Europa,
avrebbe ricordato Draghi, prevale invece la frammentazione e 250 miliardi di
euro all’anno s’involano verso Wall Street.”
Che l’aspetto della “difesa” sia quello principale, lo
conferma Valdis Dombrovskis, vice-presidente lettone della Commissione Ue, e “uno
dei committenti di Draghi”: “È chiaro che la difesa-sicurezza avrà un posto
molto più importante nella nostra agenda – ha detto Dombrovskis – Abbiamo un
cambiamento di paradigma dal modello di catena di fornitura basato
sull’efficienza al modello di catena di fornitura basato sulla resilienza. Ed è
chiaro che anche la resilienza e la sicurezza economica non arriveranno a costo
zero. Ciò comporterà dei costi”.
“Costi”: soldi ma soprattutto come condizioni di vita e di
lavoro che cadono e cadranno ancora di più sulle spalle del proletariato e delle
masse popolari di tutta l’Europa!
Nonostante le cannonate delle guerre in corso, nonostante
morti e feriti a migliaia, nonostante le distruzioni generalizzate i rappresentanti
della borghesia non perdono di vista i loro interessi di classe! Ogni giorno devono
trovare il modo per continuare a garantire il loro sistema sociale di morte e
putrefazione… ogni giorno, quindi, il proletariato e le masse popolari hanno il
dovere di trovare i modi per farla finita con questo sistema capitalista-imperialista.
ps.: di Mario Draghi questo diceva Joe Biden, dopo averlo
insignito come “statista mondiale”: "Mi congratulo con il mio amico, primo
ministro Mario Draghi", insignito del World Statesman Award, "per il
suo lavoro nel far progredire i diritti umani nel pianeta. Draghi è stato una
voce potente nel promuovere la tolleranza e la giustizia e lo ringrazio per la
sua leadership".
La corretta visione su Draghi espressa in questo blog era
invece questa: "uomo dell'anno più servo dei servi dell'imperialismo
Usa", per il suo sfegatato sostegno/impegno per la guerra
interimperialista, per l'aumento del finanziamento alla Nato, per il suo legame
con i peggiori regimi reazionari del "campo Usa", dall'Egitto, alla
Turchia, dall'India, alla Libia, massacratori dei diritti umani e oppressori
dei loro popoli,
per la sua tolleranza
verso fascisti, razzisti...”
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