pc 7 marzo - Ore 12 settimanale n.14


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1 CONTRO Informazionerossoperaia testi pubblicati nel Blog proletaricomunisti.blogspot.com ORE 12 Questa Controinformazione serve a dare ai lavoratori un orientamento, un criterio di lettura, di valutazione degli eventi per gli aspetti che interessano le lotte proletarie, la coscienza proletaria, l’opposizione politica e sociale contro questo governo, come tutti i governi dei padroni, contro l’imperialismo, contro tutti gli imperialismi, contro la loro guerra. Perchè non basta leggere le notizie, occorre averne una coscienza critica, di partesettimanale N° 14 Israele ha sparato sulla “folla degli affamati”. Come scrivono i giornali ‘ spari su chi cercava pane. Le ambulanze non bastavano. Molti corpi di morti e feriti sono stati caricati su carretti tirati da asini, altri(articolo a pag. 3)Il pacchetto sicurezza sul lavoro di Meloni/Calderone non è una risposta all’emergenza morti Il massacro in Palestina e la guerra di popolo necessa ria (continua a pag. 5)Stato di polizia! Ignobili cari- che polizie- sche, le facce insanguinate di ragazze, donne, pic- chiate con i manganelli della polizia sotto la sede Rai di Torino come a Vicen- za, a Napoli e A fronte della strage di Firenze, a fronte della strage infinita di lavoratori nei luoghi di lavoro, alla mancanza di sicurezza che è una costante, agli appalti, ai con- tratti precari, al ricatto del permesso di soggiorno per i lavoratori immigrati legato ai contratti di lavoro, al la- voro nero, ai bassi salari, tutti elementi che fanno parte del sistema di sfruttamento che porta profitti ai padroni e miseria e infortuni e, spesso, la morte sul lavoro de- gli operai, sull’onda della rabbia e del dolore suscitata dalla strage dopo il crollo di un gigantesco cantiere a Firenze che ha ucciso 5 operai, il governo ha incon- Basta morti sul lavoro Giù le mani dai nostri ragazzi!(continua a pag. 2 cariche poliziesche a Pisa Sulle elezioni in Sardegna a pag. 5
2 anche audio su podcast podcast su SpotifyVia il governo di polizia soprattutto a Pisa. Qui un corteo de- gli studenti è stato fatto segno di una repressione che qualcuno ha pa- ragonato a quella del G8 di Genova: ragazzi picchiati da vigliacchi come sanno essere le forze dell’ordine quando vengono costruite per fare queste cose. Certo, al di là delle responsabilità individuali - che non sono poche, perché gli sbirri sono fascisti, sono dei ver - mi, sono delle bestie e mostrano di che pasta sono fatti quando gli si allenta la briglia - quei poliziotti che hanno picchiato sono delle bestie vigliacche che si sono accaniti su giovani disarmati ma certamente non sprovveduti e non certo disarmati di volontà di posizione. L ’hanno fatta sporca, i video lo hanno mostrato senz’ombra di dubbio e sui giornali dobbiamo leggere di ambulanze bloccate, risate durante le botte, ostentazione della violen- za, dell’arroganza. Ragazzi trattati come criminali. Da chi? Dai criminali di Stato rappresentati da quella carica fermata subito dal cordone di protezione. Questa volta la stampa non ha potuto fare a meno di riempire le pagine di denunce, di foto. Alcuni hanno fatto davvero molto bene per rappresentare effettivamente il trattamento riservato agli studenti picchiati. È una cosa così evidente e scanda- losa che il presidente Mattarella, “papa laico” di questo paese, non ha potuto non stigmatizzare, pronunciando parole che evidentemente suonavano a critica al com- portamento della polizia, al comportamento del ministro degli Interni, al governo e consigliava il governo di non perseguire questa strada perché potrebbe servire non tanto per fermare delle manifestazioni di giovani ma, appunto, il classico incendio…. e chi ha una certa età sa bene come va a finire la situazione. Ma anche Mattarella è stato preso a pesci in faccia, a man- ganellate di parole, rappresentate innanzitutto da quel cane rognoso che si chiama Salvini che ha potuto dichiarare senza nessun pudore che chi critica la polizia è un delin- quente e quindi, di fatto, dava del delinquente anche allo stesso Mattarella. Ma a parte qualche tenten - namento del primo giorno dopo queste cariche, il governo ieri ha rivendicato tutto. Meloni: “i manganelli? non chiediamo scusa, questo è Stato di diritto”. No, questo è stato di poli- zia, questo è moderno fasci- smo, questo è attacco ai principi elementari di libertà, di manifestazione, di pensiero e di azione. Le procure dicono: “chi ha dato l’ordine?” Ma chi aveva dato l’ordine a Torino? Chi aveva dato l’ordi- ne a Napoli? Certo, se le manifestazioni non le puoi fare o le dovresti fare lontano mille miglia laddove ci sono i simboli di queste manifestazioni, se trasformi ogni manifestazione in una specie di recinto-ghetto, è chiaro che quando ci si vuole liberare di questi divieti assurdi e affermare una protesta vera e legittima ti caricano di mazzate e poi di denunce. A Pisa gli è andata male perché Pisa è scesa in campo il giorno dopo a difendere i suoi ragazzi, i nostri ragazzi. E perfino i sindacati, che di solito sono imbarazzanti per il loro silenzio, non hanno potuto non dire “basta con i manganelli” e che il ministro si deve dimettere. Ma proprio la richiesta di dimissioni del ministro ha mostrato la natura di questo governo. Questi ministri non si dimettono, non si è dimesso Dalma- stro, non si è dimessa la Santanchè, non si dimette quella specie di caricatura di ministro che è Lollobrigida, non si dimettono tutte queste persone sporche, luride, fascisti dentro e soprattutto ricchi e corrotti che fanno parte del sistema dei ricchi e dei corrotti in questo paese, dei pa- rassiti e perciò non si dimettono perché sanno che a quel sistema sono legati con un cordone ombelicale, sono i topi di fogna ritornati al potere che si tengono la mano e non se ne andranno davanti a nulla e forse non se ne possono andare con i loro piedi. Ecco, Pisa dimostra che la violenza di Stato - lo Stato di polizia - è una delle forme del moderno fascismo di questo governo e che per questo bisogna combatterlo. Combatterlo, combatterlo, combatterlo. (continua dalla prima)
3L’unica “sicurezza” per il governo Meloni è l’impunità per i padroni assassini trato i confederali per comunicargli quello che ha già deciso la ministra del Lavoro Calderoni – consulente dei padroni nominata ora mini- stro - per poi portare in Consiglio dei ministri un provvedimento che è un oltraggio, un insulto agli operai morti sul lavoro e che lascia in pace i padroni, permettendogli di continuare a poter negare la sicurezza esponendo al rischio i lavoratori e a farla franca per questo. Del resto la stessa Meloni aveva dichiarato esplicita- mente che il suo governo “non mette freni a chi fa”. Quindi nessuna novità nella concezione di questo governo che mette in ogni suo provvedimento la sua matrice di classe, la difesa degli interessi dei padroni al centro della sua politica, che porta avanti la loro guerra di classe con il disprezzo e l’odio verso i la- voratori che esprime pure anche in questo caso quando è costretto ad intervenire perché ci sono le morti e gli incidenti degli operai. Ma è proprio perché da questo governo non viene “nes- suna novità” che bisogna organizzare la lotta, metterla in campo con tutti i mezzi, organizzare l’unità dei lavo - ratori, fargliela pagare cara a padroni e governo. La notizia di questi giorni è che il Consiglio dei ministri ha approvato uno schema di decreto-legge sull’attua- zione del PNRR, una sorta di decreto “omnibus” - con una cinquantina di articoli (49 nella bozza allegata all’articolo) e che contiene questo pacchetto sicurezza sul lavoro in cui ci sarebbero varie “novità”. La ministra dice che questo provvedimento segue le tre C: “controlli, contrasto e compliance per un ac- compagnamento alle regolarizzazioni, a un comporta- mento regolare delle aziende”. Intanto la prima insultante novità è il suo ambito di applicazione: questo è un provvedimento che limita la sua azione solo ai cantieri e non agli altri comparti di lavoro, dalle fabbriche ai magazzini alle campagne. La stessa ministra del lavoro e delle politiche sociali, Calderone, ha ricordato nella sua informativa al Con- siglio dei ministri dello scorso 21 febbraio – dopo la strage operaia nel cantiere a Firenze - che “per quanto riguarda gli accessi ispettivi in edilizia, il livello di irrego - larità registrato è stato pari al 76,48%, con un tasso di irregolarità media che supera l’85,2% nel caso di azien- de impegnate in lavori collegati al superbonus 110%”. Il governo riconosce quindi che esiste la violazione delle norme sulla sicurezza e sui contratti nell’edilizia ma agisce in direzione opposta invece che aumentare i controlli con sanzioni penali per appalti e subappalti, invece che cancellare gli appalti a cascata, abrogare il decreto Salvini che liberalizza gli appalti.Il provvedimento dice che saranno sbloccate le assunzioni per incrementare il contingente degli ispettori del lavoro, del nucleo ispettivo Carabinieri e del personale ispettivo di Inps e Inail che potran- no incrementare del 40% i controlli. La propaganda del governo annuncia altri 766 ispettori del lavoro, ma che in realtà si tratta di 466 assunzioni che saranno sbloccate (sulla base di un vecchio concorso con il governo Draghi) e di 300 nuove assunzioni, 250 di tutti questi dovrebbero essere destinati sulla sicurezza e sulla salute sul lavoro, 50 sono carabinieri in forza alle strutture ispettive, che sul piano nazionale, in relazione alle 4.500.000 imprese censite – solo quelle quelle registrate, quindi – non cambierà assolutamente niente riguardo ai controlli. Ma il cuore di questo provvedimento è la famigerata “patente a punti”. Dopo la strage operaia di Firenze, il segretario generale della CGIL, Landini, rispondendo con solo 2 ore di sciopero, aveva detto che le istituzioni e il governo devono intervenire per non permettere più che muoiano altri lavoratori. “Bisogna istituire la patente a punti. Le aziende che non rispettano le regole non devono poter lavorare, devono essere chiuse, non devono poter partecipare agli appalti. Devono invece essere privilegiate quelle che rispet- tano le norme di sicurezza”. Il sindacato padronale, governativo, la Cisl apprezza anch’essa questo strumento che – sottolinea il se- gretario Luigi Sbarra – corrisponde nella sostanza a una proposta avanzata nel 2003 dal suo sindacato. Il governo Meloni/Calderone/Salvini li ha presi in parola per colpire le condizioni di lavoro degli ope- rai dei cantieri. La patente è rilasciata dall’Ispettorato nazionale del lavoro dopo l’iscrizione alla camera di commercio dell’azienda e prevede l’adempimento, da parte del datore di lavoro e dei lavoratori, degli obblighi formativi; il possesso del Durc, Documento Unico di (continua dalla prima)
4Regolarità Fiscale e del Documento di Valuta- zione dei Rischi. E qui è talmente faci- le predisporre questa documentazione per i padroni, il DVR è addi- rittura preparato da loro stessi che definiscono dove e quali sarebbero i rischi nell’ambiente di lavoro per i lavoratori. La Patente a crediti do - vrebbe entrare in funzio - ne dal 1° ottobre 2024. Per l’impresa o per il lavoratore autonomo privi della patente o con un numero di crediti inferiore a 15, scatta la sanzione amministrativa da 6mila a 12mila euro. Il punteggio iniziale è di 30: in caso di incidente mor - tale vengono decurtati 20 crediti, mentre per inabilità permanente si scende a 15, per inabilità temporanea sono decurtati 10 crediti. Ma questo è un insulto agli operai morti e a tutti i lavoratori il passaggio di questo provvedimento che prevede che i crediti decurtati possono essere recupe- rati con corsi di formazione! Altro che inasprimento di sanzioni, come annuncia la propaganda del governo Meloni, si tratta dell’enne- simo, ancora più odioso condono ai padroni perché riguarda la vita degli operai. Denunciavamo in una precedente Controinformazione operaia dopo la strage del cantiere a Firenze: “quanto vale la vita di un operaio?” E il governo, con questo provvedimento, risponde in maniera agghiacciante che per esso “vale 20 punti” ma in realtà, come abbiamo visto, anche niente, per - ché basta un corso di formazione per continuare come prima! Rimane il subappalto a cascata. L ’unica nota positiva è che viene introdotta la clausola sociale che prevede anche per i subappalti l’applicazione del contratto più usato nel settore, ma vale solo per la retribuzione, non per la parte normativa come gli obblighi alla formazio - ne, l’orario di lavoro, ecc. La ministra Calderone dice di introdurre «il reato penale per l’interposizione illecita di manodopera», nei casi in cui la manodopera viene somministrata senza che ci sia un contratto di appalto regolare e un distac- co di personale regolare, questo da un lato, ma allo stesso tempo vengono ridotte le sanzioni civili, in caso di violazione delle norme sulla sicurezza basta mettersi in regola. E a tutte quelle aziende trovate in regola verrà rilascia- to un attestato e iscritto (previo assenso) il datore di lavoro in un apposito elenco informatico consultabile pubblicamente e denominato “Lista di conformità Inl”. I padroni, a cui è stato rilasciato l’attestato, così non saranno sottoposti per dodici mesi ad ulteriori verifiche nelle materie og- getto degli accerta- menti. Niente cambia per i lavoratori dell’ap- palto. Nessun provvedi- mento per poten- ziare ed estendere la funzione degli Rls e dei rappresentanti della sicurezza di sito così come nessuna postazione ispettiva e sanitaria nelle grandi aziende, nei cantieri, ai porti, come riven- dica lo Slai Cobas per il sindacato di classe con la lotta nelle realtà in cui siamo presenti. Nessun provvedimento su salari, contratti precari, sulla rottura del legame tra permesso di soggiorno e con- tratto di lavoro, che sono le rivendicazioni delle lotte dei sindacati di base. L ’USB da mesi sta raccogliendo le firme a sostegno di una legge per introdurre il reato di omicidio sul lavoro e a presentarlo ai presidenti di Camera e Senato affin- ché la discussione arrivi nelle aule parlamentari e così la stessa Fillea, il sindacato degli edili CGIL, fa pure appello alle forze politiche a modificare questo provve- dimento in Parlamento. Come possiamo avere fiducia che in Parlamento qualcosa cambi? la stessa opposizione che ieri era al governo non ha mai fatto nulla per intervenire contro le morti sul lavoro. La CGIL lancia un referendum con la raccolta delle firme (ce ne vorranno 500mila) e il possibile voto a primavera 2025. “In campo per cambiare le leggi sba- gliate e proporre un altro modello sociale e di svilup- po” contro Job act, licenziamenti, precarietà e appalti. Ma quando mai le questioni che riguardano le con- dizioni dei lavoratori sono state conquistate con un referendum? La scala mobile non è stata forse cancel- lata con un referendum? La storia evidentemente continua a non insegnare o comunque i Confederali fanno altre scelte in quanto conciliatori con gli interessi dei padroni L ’USB ha organizzato una manifestazione con un cor - teo partito da Piazza Dalmazia verso il cantiere Esse- lunga e anche un convegno a Firenze in cui si discute- rà dell’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. Sicuramente tornare sul luogo della strage è una deci- sione che condividiamo. Ma il problema è sempre quello: chi dovrà fare le leggi che inaspriscono le pene per i padroni assassini?
5Sulle elezioni in Sardegna Noi non pensiamo che le elezioni siano attualmente lo strumento per cambiare le cose, così come non pensiamo che le elezioni nel nostro paese siano re - almente democratiche; esse servono, invece, come dice Marx, a scegliere tra candidati che devono fare gli interessi della classe dominante e questo vale per i candidati di centrodestra così come per i candidati di centro sinistra.Questo è diventato chiaro anche a masse consistenti della popolazione, dei proletari, delle masse povere del nostro paese, tant'è vero che la risposta naturale a questa situazione è stato il massiccio astensionismo. Il sistema politico dei partiti in Italia e i governi che da essi nascono sono tutti governi a servizio deipadroni e della classe dominante e in generale quel - lo che dicono alle elezioni non si realizza. Tutto quello che promettono ai proletari e alle mas - se, non si realizza. Tutto quello che invece promet - tono ai padroni e alla classe dominante si realizza. Non solo, ma una volta che sono al potere lo fanno senza alcuno scrupolo: “è il voto che ci ha mandato al potere, è il voto che ci permette di fare, alla fine, tutto quello che vogliamo”.Ora le elezioni in Sardegna non sono diverse dalle ele - zioni di ogni genere di tipo che abbiamo avuto in questi ultimi anni, né saranno diverse dalle elezioni future.Noi siamo per un nuovo Stato realmente democra - tico in cui i lavoratori proletari, le masse popolari possono liberamente eleggere i loro rappresentanti in un quadro in cui però - sia chiaro - che gli inte - ressi dei proletari e delle masse devono prevalere su - gli interessi dei padroni e degli sfruttatori, dei parassiti. Questa possibilità non c'è nell'attuale sistema elettorale.Comunque il risultato elettorale in Sardegna è un risultato politico da valutare attentamente. Due fattori ci sembrano importanti: i partiti di go - verno, attraverso uno scontro tra bande tra di loro, hanno partorito un candidato che nella sostanza è stato sconfitto. Il candidato di centrodestra è stato imposto dalla Meloni. Quindi è una sconfitta anche personale della Meloni e del partito che lo rappresenta. È una sconfitta anche della coalizione perché la Lega, ha fatto fuoco e fiamme prima delle elezioni perché il candidato Solinas restasse il candidato-Presidente, poi si è imposta la Meloni con l'appog-gio di Forza Italia e il candidato Solinas della Lega è stato accantonato. Come esito concreto, una parte evidente dell'eletto - rato della Lega ha votato le liste ma non ha votato il candidato di Fratelli d'Italia.Non è che noi pensiamo che il candidato della Lega fosse meglio, Solinas è un delinquente, è un candi - dato indagato anche dalla magistratura per il modo in cui ha gesti-to la Regione, per il legame con gli affari illeciti. Tutto ciò che alimenta la divisione nel governo, nella classe domi-nante, è og-gettivamente positivo. Il voto in Sar - degna espri- me, nella fascia di chi ha votato, un NO al governo La candidata Todde, a differenza di altri candidati del centrosinistra, almeno nella fase elettorale, si è caratterizzata per una posizione più radicale a livello locale, in Sardegna, e di opposizione a livello nazio - nale contro il governo Meloni. Giustamente questa candidata ha parlato di fascisti al governo e giustamente ha fatto appello all'antifa - scismo contro questo governo, venendo irrisa dalla signora Meloni, irrisione che ha disturbato una parte significativa dell'elettorato.Così come abbiamo apprezzato che una delle sue prime dichiarazioni sia stata la piena solidarietà agli studenti aggrediti a Pisa e la denuncia della logica di gestione dell'ordine pubblico come Stato di polizia.Quindi questo voto indebolisce il governo, per ora, ma per noi l'opposizione sociale e politica è quella che si muove fuori dal Parlamento, è quella espressa per esempio dai 100.000 che hanno manifestato e scioperato il 23/24, intorno alla questione nodale della Palestina. L'opposizione sociale e politica è quella che si muo - ve nei posti di lavoro, nei territori, per rivendicare salario, diritti, la difesa della salute della sicurezza sul posto di lavoro di fronte alla gigantesca catena di morti, è quella che riaccende i focolai di ribellione nelle scuole in solidarietà con la Palestina e in gene - rale per mettere in discussione il modello di scuola che ci vogliono imporre i fascisti al governo e i loro ministro Valditara. E’ quella del movimento delle donne che con gran-di manifestazioni – ora l'8 Marzo - sta mettendo in campo la forza generale delle donne contro le politi-che di questo governo, all'interno di una critica che certamente va oltre questo governo. Questa opposizione sociale e politica va costruita e organizzata in forme politiche: il Partito del proleta - riato, degli oppressi, il Fronte Unito di tutti coloro che combattono questo governo, lo Stato del Capita - le la costruzione di una forza delle masse in grado di non permettere che la violenza di Stato la faccia da padrone.
6 miti a ogni loro azione. Chi semina vento raccoglie tempesta! Il conflitto tra imperialismo e popoli oppressi non si fermerà oggi né domani e ce lo porteremo dietro per anni, nella storia dell’umanità. Certo, tutti vorremmo “l’abolizione delle guerre”, di tutte le guerre. Ma qui e ora, dobbiamo fermare una guerra genocida, sostenere chi vi resiste che necessa- riamente deve fare la sua contro/guerra di popolo. Fermare il regime israeliano è interesse di tutti i popoli del mondo e non certo solo per la “solidarietà con la Palestina” ma perché è un focolaio di infezione dentro una tendenza generale alla guerra che tocca a tappe tutti i territori. E questo riguar - da nel nostro paese riguarda noi. Riguarda noi come masse, noi come proletari, noi come impe- gnati da sempre nella lotta per gli oppressi contro gli oppressori, nel nostro paese come nelle altre parti del mondo Il governo Meloni è complice. Una inchiesta di Altraeconomia scrive: “l’Italia ha con- tinuato ad armare Tel Aviv”. Israele riceve da sempre le armi da tutti i paesi impe- rialisti, con in testa i mercanti d’armi per eccellenza, lo Stato-guerra che è l’imperialismo americano, dai vari paesi imperialisti europei, dalle industrie belliche - dietro ogni guerra ci sono i profitti e la guerra è un grande business dei mercati delle armi. L ’inchiesta riguarda il periodo dopo il 7 ottobre. Altraeconomia ha consultato l’Istat. sulle poche auto disponibili, altri ancora sui rimorchi, degli autocarri che avevano portato gli aiuti umanitari. La sparatoria è stata indiscriminata. I soldati israeliani hanno sparato alla testa, alle gam- be, all’addome. Una strage, una strage senza alibi. Una strage sulle masse palestinesi che lo Stato sionista di tipo nazista di Israele e i suoi soldati sono addestrati a considerare “animali” con sembianze umane. Così li vedono e quindi gli si può sparare come in una battuta di caccia. Nessuno sa realmente quanti palestinesi siano rimasti uccisi. Una prima cifra parla di 114 ed è una cifra al ribasso. Molti sono in condizioni gravi, trasportati laddove era possibile, tenendo conto che nella Striscia di Gaza non ci sono gli ospedali in funzione, sono privi di tutto e quin- di anche parte dei feriti sono sicuramente a rischio vita. Si è sparato sugli aiuti umanitari, cioè si è sparato non solo sui palestinesi ma su tutti coloro che li aiutano mandando cibo, vestiario. Israele ha sparato a te che sei solidale, a te che non condividi quello che sta avvenendo, che non condi- vidi il genocidio, che non condividi l’impunità assoluta che questo Stato ha rispetto alle leggi fondamentali, ai diritti umani, alle risoluzioni ONU, perfino alle leggi della guerra. Uno Stato fuori legge sin dalla nascita, nella sua costituzio - ne, che si ritiene in condizioni di fare tutto al di sopra e al di fuori della legge. Di tutto questo qu sta strage è una pagina e non è nemmeno la pagina finale. È una strage che proviene da tante azioni di questo tipo, da un’occupazione di 75 anni che ha prodotto, di fase in fase, stragi di questo tipo e orrori di questo tipo. Questa guerra in corso contro il popolo palestinese è la summa, la ricapitolazione di tutte le guerre. Ecco perché a una strage senza limiti, a una guerra senza limiti, non è possibile che gli oppressi abbiano li- (continua dalla prima)Il massacro in Palestina e la guerra di popolo neces saria
7critica delle armi. I popoli che vogliono pace e giustizia e non vogliono vivere sotto questa oppressione devono rovesciare necessariamente con le armi i governi, gli Stati, che producono tutto questo, come parte della gigantesca lotta per un diverso destino dell’umanità. Questo tocca a tutti. E anche se vi credete assolti, siete tutti coinvolti. E questa è la guerra che può permettere il miglioramen - to della situazione del mondo, la guerra di popolo può mettere fine all’orrore senza fine. La guerra di popolo in Palestina. La guerra di popolo degli oppressi contro l’imperialismo. La guerra di popolo nel nostro paese, contro il nostro governo. La grande manifestazione di Milano Il 23 e il 24 febbraio sono state due giornate importanti. Due giornate che hanno visto 100.000 - e in maggio- ranza lavoratori - scendere in piazza in tutte le forme: lo sciopero del 23 è stato importante per esempio nel settore della logistica, ma anche in alcune realtà di fabbriche dalla Piaggio ad altre minori, ci sono state manifestazioni. I lavoratori sono scesi in campo, hanno preso posizione ed è importante che il sindacalismo di base e di classe, in tutte le sue diverse sigle, abbia raccolto l’appello dei giovani palestinesi che, in sin- tonia con quando succede nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, avevano chiamato a uno sciopero e a manifestazioni. 100.000 come non se ne vedevano da anni. Militanti e attivisti di estrema sinistra, perché l’estrema sinistra, la sinistra rivoluzionaria, antagonista, di op- posizione sociale, è la forza materiale principale nella lotta solidale internazionalista con la Palestina, ma anche la riserva che può cambiare le cose all’interno di questo paese, nella lotta politica, nell’opposizione sociale reale ai governi e allo Stato del Capitale e in particolare a questo governo che concentra in sé tutte le ragioni di questa opposizione. “Tra ottobre e novembre l’Italia ha esportato armi e munizioni verso Israele per un valore di 817.536 euro. 233.025 a ottobre, 584.511 a novembre”. In Italia ci sono state le lotte dei portuali di Genova e altre iniziative che invitano al boicottaggio, a so - spendere la fornitura di armi ad Israele, anche l’ultima manifestazione a Palermo aveva come obiettivo e sede finale la Leonardo. Anche la Rete italiana per la pace e il disarmo denun- cia tutto questo, anzi dimostra come si possa aggirare la legge per eludere i controlli, per legalizzare post fa- estum il commercio delle armi e in questo caso l’invio di armi ad Israele. il governo è complice in un posto di seconda fila. Il governo italiano, l’industria bellica italiana, sono par - te di questo armamento di Israe- le che ha prodotto le stragi da ottobre in poi. Cessate il fuoco, fermare il genocidio! Non solo, bisogna essere parte di una guerra, della guerra tra oppressi e oppressori, tra giustizia, libertà, autodeterminazione dei popoli - che sarebbero sancite dalla Carta dell’ONU, dalla Costituzione italiana, dai principi della Chiesa perfino. T utto questo viene ridotto a carta straccia dallo Stato sionista d’Israele e occorre che noi lo gridiamo forte e chiaro e che usiamo a fondo le armi della critica. Ma per fermare la bestia feroce, attivata dal clima generale e dalla situazione mondiale generale, le armi della critica devono prima o poi, lasciare il posto alla
8 Un corteo lungo, unitario. Questa manifestazione è un punto d’arrivo della tenace per rovesciare la narrazione tossica sulla Palestina e per mostra- re che anche nel cuore dei paesi imperialisti Internazionalismo signi- fica essere uniti ai popoli oppressi che si ribellano, che si ribellano in armi, che Internazionalismo è il sostegno incondizionato, morale, sociale, politico alla resistenza palestinese. Basta col genocidio, sostegno alla resistenza palestine- se. Queste due questioni sono state al centro di questa grande manifestazione. In essa tutti hanno portato il loro contributo. Un corteo che non certo guardava al passato, ma che cominciava a ragionare sul nuovo futuro alimentato dalla Palestina, come, per fare un esempio, avvenne negli anni ‘70 con l’importanza delsostegno alla lotta di liberazione del Vietnam, guidata dal Partito Comunista di Ho Chi Minh, sostenuto dalla Cina Rossa di Mao e da tutte le forze antimpe- rialiste nel mondo che costituì anche un vento - il vento dell’est - che via via incendiò la prate- ria all’interno dei paesi imperialisti. Nel nostro intervento dal camion dei Palestinesi abbiamo posto il problema dell’opposizione alla guerra, perché questo è stato anche il grande merito della manifestazione nazionale di Milano che ha unito la solidarietà al popolo palestinese e con le lotte contro le guerre imperialiste, contro Stati e governi del sistema capitalista/imperialista che cerca di uscire con la guerra dalla crisi in cui è e in cui trascina il mondo. La “guerra imperialista si può fermare solo se avanza la guerra popolare”, cioè la guerra proletaria, la guerra degli sfruttati, la guerra degli oppressi, dalla Palestina all’America Latina, dall’India al Nord Africa e l’impor - tanza di lottare contro la bestia imperialista all’inter - no, nel ventre della bestia e nel nostro paese, contro il governo fascista, imperialista, razzista, militarista, interventista, a fianco di Israele, ma anche in prima fila nel nuovo intervento militare nel Mar Rosso contro lo Yemen (ribelli Huthi) solidale con la Palestina. Dobbiamo dare continuità alla manifestazione del 24 febbraio, “formiamo i Comitati Palestina ovunque”, Formiamo una Delegazione internazionale e un Con- tingente internazionalista ‘ dalla Corte di giustizia dell’Aja ai Territori Occupati, che vada a Rafah a por - tare solidarietà, sostegno, a creare ulteriori problemi all’aggressione sionista di tipo nazista, alla lo - gica del genocidio, alla logica della deportazio - ne di un intero popolo. Un contingente che rappresenti tutti e na- turalmente fusa con la solidarietà dei palestinesi, da Gaza alle nostre città. Un contingente interna- zionalista. Lottiamo contro il nostro governo, il nostro imperia- lismo, è il nostro compito. Questo richiede che con- centriamo la lotta per cacciare il governo Meloni. Per rovesciare il governo occorre che contenuti e l’unità costruita nella manifestazione di Milano si river - si nelle fabbriche, nei posti di lavoro, sul territorio, si riversi nelle strade. Abbiamo fatto appello a far sì che il G7 in Puglia sia una nuova grande occasione perché l’intero movi- mento di solidarietà con la Palestina si unisca a tutte le ragioni dell’opposizione politica e sociale contro tutti i governi dei padroni del mondo che vogliono fare an- che del G7 in Puglia la loro base di unità per costruire ancor di più i piani di guerra, i piani di oppressione dei popoli, i piani di immiserimento dei popoli, i piani per l’uso dell’intelligenza artificiale a fini di guerra, i piani per trasformare tutte le vicende climatiche, ambientali, tuttr le crisi delle crisi, l’immigrazione, in una difesa strenua di un sistema putrido e morente e opporlo con la violenza degli eserciti, delle bombe, all’esercito dei proletari e dei popoli oppressi che in tutte le forme, in forme grandi e piccoli, si oppone a tutto questo. T utti al G7 in Puglia per rendere evidente che il mondo è diviso in due colline: la collina dell’impe- rialismo, la collina dei proletari e dei popoli che non accettano il mondo che ci stanno costruendo e lottano per mettere fine a questo orrore senza fine L’intervento della compagna di proletari comunisti dal camioncino della manifestazione

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