A Parigi, la Galleria Nazionale Jeu de Paume fino al 12/05/2024 rende omaggio a Tina Modotti (1896-1942) con una grande mostra, la più grande mai dedicata a Parigi a questa fotografa e attivista politica di origine italiana.
La vita di Tina Modotti (Udine, Italia, 1896 - Città del Messico, 1942) è stata segnata da alcuni degli eventi storici più importanti della prima metà del XX secolo: l'emigrazione economica degli europei in America, la nascita del cinema muto sulla costa occidentale degli Stati Uniti, i movimenti agrari post-rivoluzionari in Messico, l'ascesa del muralismo politico, il recupero della cultura indigena messicana, l'emancipazione delle donne nella sfera pubblica, la contrapposizione tra stalinisti e trotzkisti dopo la Rivoluzione russa del 1917 e la guerra civile spagnola.
Fa parte di una generazione di donne che hanno dato un grande contributo alla fotografia negli anni Venti e ha esercitato una forte influenza sulla successiva fotografia messicana, da Manuel Álvarez Bravo a Graciela Iturbide. La Modotti fu introdotta alla pratica fotografica da Edward Weston, ma il suo lavoro, che sviluppa una visione molto personale, va oltre l'insegnamento formalista di Weston. Dopo essere emigrata economicamente dalla città italiana di Udine a San Francisco e Los Angeles, Modotti parte per il Messico, dove partecipa al "rinascimento messicano" e all'effervescenza culturale post-rivoluzionaria. Entrando a far parte del circolo di artisti e muralisti lì stabilitosi, combina rapidamente la "fotografia incarnata" con il formalismo di Weston. Attivista del Partito Comunista Messicano (PCM) dal 1927, denuncia la condizione dei diseredati, usa la sua macchina fotografica per denunciare la condizione dei diseredati, concentrandosi in particolare sulla costruzione di un nuovo mondo immaginario intorno alle donne messicane.
Nel settembre del 1928 diventa la compagna di Julio Antonio Mella, giovane rivoluzionario cubano, con cui Tina vive un amore profondo e al cui fianco intensifica il lavoro di fotografa impegnata e di militante politica. Nel 1930 Modotti fu espulsa dal Messico per le sue attività comuniste. Visse per diversi anni in Unione Sovietica, dove il suo attivismo fotografico divenne attivismo. A metà degli anni Trenta, il Partito Comunista Sovietico la invia in Spagna. Durante la guerra civile, organizzò l'evacuazione dei "bambini di guerra", coordinò la gestione degli ospedali militari e svolse missioni di propaganda. Dopo la sconfitta dei repubblicani nel 1939, attraversò i Pirenei insieme a migliaia di esuli. Esausta e disillusa dall'esito della guerra di Spagna, dovette lasciare nuovamente l'Europa. Morì nel 1942 a Città del Messico.