pc 29 marzo - Milano ancora in piazza sabato per la Palestina


Author: maoist
Description: Per un cessate il fuoco permanente. Per l'invio immediato di aiuti alimentari e sanitari. Per la liberazione di tutt@ i prigionier@. Per il ...
Published Time: 2024-03-29T16:42:00+08:00
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gaza

Per un cessate il fuoco permanente.

Per l'invio immediato di aiuti alimentari e sanitari.

Per la liberazione di tutt@ i prigionier@.

Per il ritorno dei/delle profugh@

Per il diritto all'Esistenza, alla Resistenza,

alla Libera Autodeterminazione del Popolo Palestinese.

NOI SIAMO CON LA RESISTENZA PALESTINESE!

Tutte e tutti in piazza contro l'escalation di guerra nel mondo.

Gli assassini sionisti non si fermano.

I criminali sionisti israeliani continuano il genocidio del popolo palestinese con le bombe, le stragi, le armi, l'assedio e la fame, sotto gli occhi complici delle grandi potenze imperialiste occidentali.

Perché di GENOCIDIO si tratta, con uno schiaffo pesante come un macigno, anche sulla faccia degli ipocriti, dei sostenitori e degli apologeti di una criminale presunta "equidistanza" tra gli occupanti colonialisti israeliani e il popolo Palestinese che è stato espropriato della propria terra e dello stesso diritto all'esistenza.

Ipocriti perché parlare di pace, senza riconoscere il torto subito dal popolo Palestinese, vuol dire essere complici di un genocidio.

Schifosi ipocriti perché parlano di pace mentre si forniscono armi allo stato occupante sionista/colonialista.

Bugiardi ipocriti perché parlano di pace ma intendono pacificazione forzata per ridurre definitivamente il popolo palestinese in una situazione di sottomissione e sancire l'occupazione militare sionista come dato irreversibile.

Miserabili ipocriti perché  pronti a condannare un prossimo certo 7 ottobre, una prossima legittima rivolta Palestinese come prodotto naturale e conseguente di un' occupazione

violenta, razzista e discriminatoria che toglie dignità, diritti e la stessa vita ai Palestinesi.

Il progetto colonialista dell'entità sionista-Israele è chiara e rivendicata: procedere alla pulizia etnica dal Giordano al Mar Mediterraneo utilizzando ogni mezzo necessario con la certezza che nessuno disturberà gli assassini.

La disumanizzazione dei palestinesi descritti come una "razza inferiore", l'arabo/islamofobia e il razzismo inculcati alle bambine e ai bambini fin dalle nelle scuole primarie dai programmi scolastici israeliani sionisti e fondamentalisti, insieme al presunto diritto su base religiosa alla terra palestinese , hanno prodotto l'eliminazione di ogni remora o freno morale nel condurre una guerra che, come definizione, è già la morte di ogni umanità.

La quotidiana decennale esaltazione del presunto "suprematismo ebraico", quasi una nuova "razza ariana", l'apartheid, la violenza razzista, l'assoluta dipendenza economica prodotta dal colonialismo, la discriminazione e la privazione di ogni diritto, si sono ora trasformate in Soluzione Finale con l'attuale guerra genocida: stragi di civili, esecuzioni e deportazioni di massa, fame, malattie e stupri etnici e umiliazioni sessuali come comprovato da studi delle stesse nazioni unite.

Ma nessuno ferma gli assassini liberi di compiere ogni massacro come le ultime "stragi degli affamati" che segnano un ulteriore salto oltre il confine dell'umanità. Anzi!

La stessa ultima ipocrita e miserabile risoluzione dell'Onu , passata con l'astensione degli Usa come monito ad Israele di liquidare con metodi meno eclatanti il popolo palestinese, verrà probabilmente disattesa dal governo Netanyahu pur con la richiesta di soli 15 giorni di cessate il fuoco, senza alcuna garanzia di una quantità sufficiente di aiuti umanitari e senza minimamente metter in discussione l'occupazione militare a Gaza e in Cisgiordania dove giorno dopo giorno la Resistenza combatte legittimamente per difendere il popolo palestinese dalla criminale violenza coloniale sionista.

Meloni nato

Il governo italiano dei "patrioti de noantri", patetici ma pericolosi cialtroni, nazionalisti militaristi e bellicisti, mentre cura qualche bambino Palestinese diventato trofeo, sponsorizza ideologicamente l'aumento esponenziale dell'esportazione di armi in Israele.

Secondo i dati Istat, l'Italia ha esportato armamenti in Israele, nell'ultimo trimestre del 2023, per un valore complessivo di 2,1 milioni di euro con un'impennata di 1,3 milioni di euro nel dicembre 2023.

- Le corvette della marina militare israeliana che pattugliavano il mare davanti a Gaza sparando ai pescatori Palestinesi per impedirgli di pescare oltre l'arbitrario, univoco e illegittimo confine imposto da Israele, ora sparano direttamente su case e civili a Gaza con i cannoni italiani della Oto Melara . La Oto Melara è una fabbrica di armi controllata dalla Leonardo , azienda leader nel settore degli armamenti il cui maggiore azionista è il Ministero dell'economia e delle Finanze.

-   I radar che guidano queste navi militari sono fornite dalla Selex sempre del gruppo Leonardo.

-   La Beretta di Brescia, la Fiocchi di Lecco, la Cabi Cattaneo di Milano tra le altre, forniscono all'esercito genocida milioni di proiettili, munizioni vari, bombe, granate, missili e siluri con un profitto incalcolabile per le "nostre" fabbriche di morte sul sangue, sulla carne straziata e la stessa vita del popolo Palestinese.

VENTI DI GUERRA GLOBALI

La tragedia palestinese inoltre, non fa che rafforzare la preoccupazione per i venti di guerra che diventano giorno dopo giorno sempre più forti.

La "tendenza alla guerra", nell'analisi dialettica di Karl Marx, è intrinseca alle dinamiche di sviluppo del capitale sta trovando concretezza con il suo portato di tragedia per l'intera umanità. La saturazione pur disomogenea dei mercati mondiali, i diversi processi di concentrazione del capitale parallelamente alla tendenza all'affinamento organico dei rapporti tra capitale finanziario e capitale industriale, l'aggressività della concorrenza a tutto campo determinata da questi processi globali e dal cosiddetto "sviluppo" della società capitalista, stanno producendo le condizioni, superando il confine dello scontro politico/militare "per procura" o delimitato territorialmente, per uno scontro diretto e frontale tra le potenze globali. Tra imperialismi grandi e piccoli che spingono per L'aggregazione dei diversi stati nazionali in poli economici-politici-militari per il controllo e l'accaparramento delle risorse e dei mercati mondiali in una fase di crisi generalizzata dell'economia capitalista. Tutti questi processi globali si stanno trasformando sempre più velocemente in contrapposizione militare in attesa della scintilla più o meno casuale che lo faccia deflagrare e trasformare in terza guerra mondiale.

La guerra combattuta sul suolo e sulla pelle del popolo ucraino sta diventando la miccia di questa possibile guerra globale. L'escalation di tante piccole provocazioni che si sommano l'una all'altra senza la volontà di arrivare ad un cessate il fuoco e ad una realistica pace, stanno creando le condizioni per un "incidente", per il "casus belli" di cui la storia è piena, senza possibilità di ritorno.

Non a caso anche l'Italia, investita da questi venti di guerra si prepara alla guerra con una costruzione ideologica del consenso all'idea di paese/nazione militarista e bellicista. Del resto questa sub-cultura con un'impronta  esplicitamente fascista è un elemento fondante del governo Meloni-Salvini-Tajani cosi invece liberista, rigorista e liberista dal punto di vista economico, come anche fedele partner-suddito, con smanie di protagonismo, del blocco imperialista occidentale Usa/Nato. Nel 2023, il "governo dei patrioti" ha riaffermato e rilanciato  che l'Italia ha sospeso e non abolito la leva militare obbligatoria nel 2005 con la possibilità di ripristinarla in caso di guerra o di una grave crisi internazionale che richieda un maggior numero di soldat@.

Nel frattempo l'Italia entra in guerra senza dichiararla con tutta la "virile boria" del capomanipolo Crosetto (ex dirigente della Leonardo..); schiera navi da guerra nel Mar Rosso con la direzione tattica dei convogli militari a difesa del trasporto navale di armi ad Israele contro le ritorsioni Houthi e a protezione del  traffico commerciale. Ancora una volta a difesa degli assassini sionisti e del profitto sulla pelle e sull'esistenza del popolo palestinese.

Nel frattempo i sindacati dei portuali segnalano l'incremento in sordina, ma estremamente significativo, degli sbarchi di mezzi e armamenti USA. per la base militare italiana a Camp Derby che ospita forze armate statunitensi.

Crediamo che la vittoria sionista in Palestina significhi un ulteriore rafforzamento dei venti di guerra globali e da qui il sostegno imperialista alle strategie genocide in Palestina. Ed è per questo che il sostegno al popolo palestinese deve essere completo e incondizionato per arrivare ad una Pace Giusta. Provando a guardare la realtà con occhi distaccati, possiamo tragicamente dire che stiamo vivendo la quotidianità delle nostre vite con il sottofondo dei rumori, della disumanità, dello strazio dei gemiti di dolore di un GENOCIDIO  è questo è intollerabile.

Chiediamo a tutte e tutti, ad ogni militante internazionalista, ad ogni sostenitore della giustizia sociale, ad ogni essere umano che provi sdegno e ribrezzo davanti allo sterminio del popolo Palestinese, di schierarsi, di boicottare lo stato sionista e di schierarsi in difesa e solidarietà con il popolo Palestinese.

Chiudiamo con un bellissimo brano di Samah Jabr psicoterapeuta e scrittrice Palestinese :

“... Noi, palestinesi, assomigliamo a dei papaveri rossi, dalla vita breve e fragile. La comunità internazionale non è impressionata dalla nostra bellezza e trascura di tutelarci. Al contrario, ci dice spesso che la nostra aspirazione alla liberazione è assurda e non può fiorire. Ciò nonostante, noi abbiamo fiducia nella nostra capacità collettiva di abbellire il versante brullo della montagna e di ispirare una primavera rivoluzionaria agli oppressi della terra”.

Samah Jabr verrà in Italia per un giro di incontri a Milano, Piacenza, Pisa e Firenze.  A Milano l'incontro/confronto è organizzato da "Salaam-Ragazzi dell'Ulivo" e dal Csa Vittoria il 9 aprile alle ore 21:00 presso il Csa Vittoria in via Friuli angolo via Muratori (MM Lodi Tibb)

In quella serata saranno disponibili i testi di Samah Jabr "Dietro i Fronti" e "Sumud. Resistere all'oppressione" pubblicati da Sensibili alle Foglie.

Sarà anche disponibile il pamphlet " Io sto con la Palestina" (scaricabile qui )


Ricordiamo la campagna per la ricostruzione dell'Asilo Vittorio Arrigoni a Gaza ( www.ricostruiamoasilovik.it )

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1 IO STO CON LA CON LA PALESTINA NEL CUORE. ORA E SEMPRE RESISTENZ A Sostieni la campagna per ricostruire l’Asilo Vittorio Arrigoni a Gaza www.ricostruiamoasilovik.it Le compagne e i compagni del CSA Vittoria
2 Queste pagine non si arrogano presuntuosamente il compito di essere un documento storico. Non sono neanche un “bigino” sull’occupazione sionista né vogliono trattare della complessità del mondo Palestinese nella sua trasformazione ideologica politica e religiosa negli anni. Vogliono solo essere una nostra introduzione , supportata cronologicamente, alla comprensione della tragedia vissuta dal popolo Palestinese . Quasi un’immersione nella sofferenza, nel sangue e nella carne viva di un popolo che subisce, giorno dopo giorno, un ’ingiustizia storica imposta dall’occupazione sionista e dal colonialismo britannico e dalle pote nze imperialiste uscite vittoriose dalla Seconda guerra mondiale . A questo bambino tra le macerie di Gaza e all’intero popolo Palestinese perché non sia più costretto a vivere nella paura sotto un’occupazione criminale sulla sua terra . Alle italiane e agli italiani amanti della poesia e della pace . Ai Palestinesi di Ramallah, dove sono nato, di Ludd e Ramleh, dove sono nati mio padre e mia madre, i miei nonni e i miei bisnonni. Alle donne e agli uomini che lottano in Palestina e nella diaspora, con tanto amore, e con infinita ammirazione e rispetto per la loro Resistenza. Conquisteremo Libertà e Liberazione. Ritorneremo ! dedica di Saleh Zaghloul traduttore di “Inni Universali di Pace dalla Palestina" del grande poeta Palestinese Mahmud Darwish. Una Pulizia Etnica in una prospettiva di Genocidio che durano da quasi 80 anni. Quando dopo quasi 80 anni la Pulizia Etnica , la repressione quotidiana , la discriminazione e un sistema di Apartheid scandito da guerre e massacri , diventa dichiaratamente Genocidio , è necessario che la forza occupante costruisca una narrazione edulcorata della propria storia attribuendo a ll’altro, al “cattivo”, ogni responsabilità . Ai protagonisti della Nakba , agli occupati, a chi è stato scacciato dalla propria terra, agli schiavi che osano ribellarsi e per questo vanno puniti. A questo popolo p erché da più di 75 anni sfida uno degli eserciti più organizzati tecnologicamente e preparati militarmente grazie agli aiuti finanziari e militari degli USA e del blocco imperialista occidentale. Ed è questa narrazione che vogliamo provare sfatare una volta per tutte. 1948 - Deir Yassin - 9 aprile del 1948 - Se dovessimo fissare una possibile data di inizio del sempre più evidente il piano di pulizia etnica e del genocidio del popolo Palestinese potremmo partire dal massacro di Deir Yassin. In quel luogo e in quella data venne compiuto il primo orrendo massacro della popolazione civile Palestinese : 250 morti è il numero solo approssimativo di coloro che si rifiutarono di essere scacciati dalle loro case e furono per questo giustiziati. Il termine "giustiziati" non è utilizzato a caso ma proprio per spiegare la portata di quel massacro. Donne, uomini, bambine e bambini uccisi nelle loro case, nei cortili e per le stradine sterrate di quel piccolo paese che aveva deciso di ospitare le famiglie di profughi già
3 scacciati dal paesino limitrofo di Al- Birwa (paese natale di Mahmud Darwish) già devastato dalle squadracce armate sioniste. L'approssimazione dei numeri deriva dal fatto che, il giorno dopo, l'intero paese fu raso al suolo con le ruspe passando sopra ogni attività umana per annullarne la memoria. (come ora a Gaza) La completa distruzione di Deir Yassin, cancellata dalla cartina geografica, fu scientemente il monito sionista per il popolo Palestinese . La “banda Stern ”, organizzazione terroristica sionista, responsabile di quei massacri fu poi premiata con l'integrazione nel nuovo esercito israeliano. Il capo indiscusso di que sta orda di tagliagole era Ytzahak Shamir che, con que ll’eccidio accrebbe il suo prestigio fino a diventare primo ministro israeliano nel 1983… Con la banda Stern operava anche l' "Irgun", un'altra organizzaz ione paramilitare sionista che allo scioglimento , e attraverso alcune fusioni , diede vita al partito della destra sionista “Likud ” fondato da Menachem Begin. Ed è questa “la storia di pace” da cui nasce Israele. Il ritorno alla “loro terra promessa”. Massacro di Deir Yassin del 9 aprile 1948 A quei giorni di orrore potremmo far risalire la più evidente e disumana concretizzazione del piano strategico sionista di Theodor Herzl, scritto con il sangue dei Palestinesi e ufficializzato nel primo convegno sionista a Basilea nel 1897 . Il piano è quello di una colonizzazione forzata e di una Pulizia Etnica della Palestina : “Un popolo senza terra per una terra senza popolo” questo è il punto di partenza razzista e ferocemente colonialista del sionismo . Disconoscere l’esistenza di una popolazione e di una cultura di pace ha significato l’azzeramento di migliaia di anni di convivenza tra diverse etnie e confessioni religios e in Palestina. Possiamo quindi storicamente affermare che l' occupazione della terra Palestinese non sia iniziata con la proclamazione dello stato israeliano del 1948 ma, in base al progetto sionista -colonialista, si può evidentemente far risalire ad una fase preparatoria durata decenni . Il progetto sionista di occupazione della Palestina acquisì definitivamente maggiore forza propulsiva, quasi un via libera, dopo la Dichiarazione Balfour nel 1917 (Arthur Balfour - ministro degli esteri britannico) che confermava il supporto del governo britannico alla creazione di un “focolare nazionale ebraico”. Sempre nel 1917 il generale inglese Allenby a capo del corpo di spedizione britannico in Egitto, occupò Gerusalemme terminando l’occupazione dell’intera Palestina odierna nel 191 8 (nel 2024 sono 106 anni di occupazione !!).
4 Da “Storia moderna della Palestina . Una Terra, due popoli ” di Ilan Pappè: gli 800.000 abitanti furono immediatamente classificati dalla nuova amministrazione in base all’affiliazione religiosa: 650.000 musulmani, 80.000 cristiani e 60.000 ebrei inclusi i nuovi coloni sionisti. La presenza ebraica nel 1947 , dopo le spinte all’occupazione di terre Palestinesi della direzione sionista con la protezione inglese, si calcola infatti in 610.000 presenze. Il progetto sionista incomincia a realizzarsi ben sponsorizzat o dal colonialismo britannico ben soddisfatto di "tenere aperta la Porta d’Oriente ai commerci e alle truppe inglesi”. Come "riparazione" alla tragedia dell'Olocausto, l’Inghilterra imperialista e coloniale impose sulla sua vecchia colonia, la terra di Palestina, l'introduzione, in dosi sempre più massicce, di popolazione di religione ebraica fino a quando , il 14 maggio del 1948 , il sionista Ben Gurion annunciava la nascita dello stato d' Israele in Palestina. Una data questa, e u na "patria per gli ebrei di tutto il mondo" nata sulla base di una discriminazione religiosa, che invece verrà definita la Nakba ; la Catastrofe per i popoli arabi . Un punto di arrivo , ma anche una nuova testa di ponte del sionismo per l’espansione di una colonizzazione forzata già stabilizzata in terra Palestinese dopo anni di attività terroristica subita da più di 700.000 Palestinesi scacciati dalla loro terra con la distruzione di centinaia di villaggi . Un n uovo punto di partenza per la Pulizia Etnica per il Genocidio in divenire del popolo Palestinese . La vittima ha ucciso la propria vittima. Ed era mia la sua identità. (Mahmud Darwish - Inni universali di Pace della Palestina ) Ma da subito risulta chiaro che il sionismo ha fame della terra Palestinese e, senza alcuna opposizione della , già ben schierata, neonata Organizzazione delle Nazioni Unite ( O.N.U.1945 ), continua la Pulizia Etnica scacciando con la violenza la popolazione indigena impadronendosi della sua terra. La spinta sionista all'accaparramento di sempre maggiori fette di territorio non fu, ovviamente, un’avanzata pacifica ma avvenne a costo di guerre con un esodo di massa della popolazione Palestinese . Come breve inciso approfittiamo già da subito, per sfatare l'epica narrazione di un popolo organizzato e industrioso (i futuri israeliani), capace di trasformare il deserto in campi coltivabili e città moderne. Certamente la spinta iniziale all’ edificazione di un nuovo stato (peccato fosse sulla terra di un altro popolo) ebbe un ruolo sostanziale
5 ma, evidentemente, molto hanno fatto i capitali e il supporto tecnologico USA. e britannico. In Palestina però, già esisteva un'agricoltura diffusa e piccole cittadine, abitate da etnie diverse, contraddistinte da scambi commerciali e da una vivace produzi one e vita culturale. Riflessioni tratte dalla lettura di Ilan Pappè "10 miti su Israele ". La sintesi è che la Palestina , come terra e come popolo , esistev a ben prima della conizzazione sionista. 1956 - Nel 1956 avvenne una strage di popolazione civile inerme nella città Palestinese di Kafr Qasim, come narrato con orrore in "Trilogia Palestinese " dal poeta Mahmud Darwish , quando 49 contadini e contadine, tornando dai campi dopo una giornata di lavoro, furo no trucidati perché non avevano ottemperato (non erano st ati avvisati ) all’improvviso coprifuoco imposto dall'esercito occupante mentre erano nei campi a lavorare. Il processo, celebratosi solo per pacificare le proteste, durò a lungo con diverse sentenze sempre più lievi, sempre più inconsistenti… fino “alla condanna”, per il generale dell’esercito responsabile del massacro, al pagamento di una ammenda di 1 centesimo per la strage di 49 contadini e contadine. Mahmud Darwish in Trilogia Palestinese , nella narrazione dell’eccidio, e nel breve racconto del processo con le agghiaccianti dichiarazioni pubbliche dei responsabili, ci ritrova un giustificazionismo che risale al Vecchio Testamento: “……. non avranno mai fine, nel pensiero sionista, le innumerevoli giustificazioni della violenza armata ispirata persino dalla religione. Infatti, il Giosuè biblico è diventato un eroe israeliano contemporaneo per la ferocia con cui trattava i non ebrei. Questa ferocia, storicamente simile alle odierne prassi sioniste, è sia fonte d’ispirazione necessaria a chi prende decisioni politiche in Israele, sia sostrato culturale per la rinascita israeliana in Palestina, in modo da legittimare e legalizzare qualsiasi crimine compiuto per realizzare l’obiettivo sionista. ” Sangue versato, vite spezzate, terra rubata a chi ci viveva da generazioni, razzismo e colonialismo. Questo è il sionismo. Questo processo di esponenziale espansione coloniale produsse guerre e co nflitti dai quali i paesi arabi circostanti furono sconfitti per il generoso aiuto militare da parte dell'occidente. 1967 - Nel 1967 Israele attaccò simultaneamente l'Egitto la Siria e la Giordania, una guerra sopranominata la "guerra dei 6 giorni" per la breve durata del conflitto dalla quale usc ì vincitrice sia per l'effetto sorpresa che fece trovare le nazioni arabe impreparate, sia per l’enorme e decisivo supporto militare di USA e Francia in particolare con la fornitura di armi moderne e degli aerei Mirages che forn ì una schiacciante superiorità aerea. L'espansione territoriale israeliana è evidente e spiega oggettivamente le motivazioni del conflitto. La penisola del Siani, parte delle alture del Golan e Gerusalemme Est divennero parte dello stato sionista e il Sinai fu successivamente restituito all'Egitto solo dopo gli accordi di pace bilaterali del 1979. Il riquadro a seguire mostra chiaramente l’evidente riduzione delle terre abitate dai Palestinesi a favore di quelle occupate da israeliani e che, come continueremo a sottolineare , la spinta alla colonizzazione e alla Pulizia Etnica certamente non nasca con il governo Netanyahu o dopo il 7 ottobre 2023.
6 Questa è la migliore tragica risposta a chi, per ignoranza complice o per pregiudiziale odio razzista, parla a vanvera, dal punto di vista storico o attuale e attribuisce al popolo Palestrinese la mancanza di volontà di arrivare ad un progetto di Pace. Ma la Pace deve essere vera e soprattutto giusta. Ma la storia è in sé rivoluzionaria perché oggettiva e spazza via ogni congettura strumentale. Nel 1967 esplode il problema dei profughi Palestin esi. In Libano, come nella stessa Gaza e nei paesi arabi limitrofi, espulsi con la forza dalla Cisgiordania e dal nord della Palestina diventata Israele con la forza delle armi. In questo riquadro c'è la sintesi numerica di un dramma che fa parte del vissuto del popolo Palestinese che la narrazione sionista e occidentale vuole invece rimuovere. Esisteva precedentemente , a questo riguardo, una risoluzione dell'ONU, la n.194 del 1948 , che sanciva che i rifugiati potessero tornare nelle loro case da cui erano stati espulsi e che, chi non avesse voluto farlo, avrebbe dovuto godere di un giusto risarcimento ...forse i criminali sionisti l'hanno tradotta nell'odierna “giusta ” quantità di bombe sui campi profughi.
7 Significativa fu anche la risoluzione n.242 che, mentre aggiungeva l'inammissibilità del furto di territori mediante la guerra di conquista israeliana , non prendeva però in alcun modo in considerazione il diritto all'esistenza e all’ autodeterminazione del popolo Palestinese considerandolo solo un “insieme di profughi ” e per questo fu giustamente rifiutata dall' OLP, l'Organizzazione per la Liberazione del la Palestin a, (simile all’italiano C.L.N. Comitato di Liberazione Nazionale) del quale era dirigente politico riconosciuto il comandante Yasser Arafat. Queste risoluzioni rimasero in ogni caso inattese, come le centinaia di altre che seguirono e come quelle odierne , anche per il voto contrario all’ Onu dell’amico e complice amerikano per proteggere smaccatamente e impunemente il fratellino terrorista Israele. Possiamo però anche dire che queste risoluzioni hanno molte volte rappresentato l'ipocrita faccia pulita degli stessi assassini che garantivano e garantiscono l'impunità ad Israele e difatti quell'esodo di massa trasformò l'intera regione con decine di campi profughi ormai definitivi. 1968 - Il conflitto intanto continua con una guerra di logoramento inframmezzat a da episodi di scontro aperto che diventano maggiormente rappresentativi. Tra questi assume una valenza importante quello del villaggio di Karame nel marzo del 1968 dal quale la Resistenza Palestinese , con il supporto delle forze Giordane, uscì vittoriosa infliggendo un duro colpo all'immagine dell' invincibilità dell’ esercito occupante. Segnaliamo questo episodio perché esaltò la figura dei Fedayyn come Partigiani vittoriosi nell’immaginario del popolo Palestinese e rilanciò l'OLP , con l’adesione in massa di migliaia di nuovi combattenti, a tal punto che Yasser Arafat defin ì questa battaglia “Karameh ” che in arabo significa " Onore" … 1969 - Golda Meir, celebrata premier donna e icona dell’Israele laburista, in un’intervista del 1969 al “ Sunday Times ” dichia ra che “Non esiste qualcosa come un popolo Palestinese . Non è che siamo venuti, li abbiamo buttati fuori e abbiamo preso il loro paese. Essi non esistevano ”. 1970 - E poi accadde il “settembre nero ” Palestinese del 1970 quando il re Hussein di Giordania, con la supervisione militare USA e l'aiuto materiale dell'aviazione israeliana, assassinò molte migliaia di P alastinesi . L’obiettivo era scacciarli dalla Giordania per la paura che la presenza di affollatissimi campi profughi , dove anche la Resistenza fosse accolta raccogliendo consensi , potesse compromettere i rapporti con le potenze i mperialiste occidentali. Un'altra ferita indimenticabile inflitta e altro sangue del popolo Palestinese versato per il tradimento di un governo a parole amico. 1973 - Nell'ottobre del 1973 scoppi ò invece quella che venne chiamata dagli israeliani "la guerra del kippur" quando il successo iniziale delle truppe egiziane e siriane, ingrossate da presenze Palestinesi e di altri stati arabi, fu annullato dal contrattacco israeliano coperto dall'aviazione USA. Anche in questo caso, come nel 1967, l'esercito d'occupazione sionista procedette alla rapina di nuove terre soprattutto sulle alture del Golan importanti sia dal punto di vista militare sia dell'approvvigionamento idrico di israele e delle nuove colonie già insediate in Siria . Ancor oggi israele occupa una parte del Golan e le macerie circostanti testimoniano il bombardamento a tappeto sulla popolazione civile. In particolare, l'esercito sionista, con al comando il terrorista Ariel Sharon, procedette al massacro , senza giustificazione alcuna, di 270 lavoratori egiziani insediati nella penisola del Sinai praticando l'ennesimo esempio di Pulizia Etnica. L'ingente arrivo di finanziamenti USA all'Egitto port ò, nel 1978 a Camp David, ad una pace tra Israele ed Egitto con la ciliegina sulla torta dell'ipocrisia occidentale, della consegna del premio Nobel per la Pace ad Anwar Sadat, l'allora presidente egiziano, e al terrorista Genocida Menachem Begin. Un premio Nobel allo stesso Begin a capo della banda di assassini Irgun che insieme alla banda Stern aveva cancel lato dalla cartina geografica il paese Palestinese Deir Yassin !! 1976 - Tall el Zaatar, La Collina del Timo
8 Passano 3 anni e arriviamo ad un'altra data impressa con il sangue nella storia del popolo Palestinese . Tall el Zaatar, in italiano La Collina del Timo. Lasciamo la parola allo scomparso compagno Stefano Chiarini che ne fu testimone politico: "L’assedio e la distruzione del campo di Tall el Zaatar costituisce l’epilogo di un vero e proprio processo di pulizia etnica ante litteram, portata avanti dalle milizie falangiste cristiane per eliminare dalla parte orientale di Beirut, da loro controllat a, qualunque presenza Palestinese , musulmana, progressista ”. Il 22 giugno 1976 cominci a l’assedio con ingenti forze schierate intorno al campo profughi. Il campo viene “sigillato” senza alcun aiuto alimentare e con l’interruzione dell’accesso all’acqua. Giorno dopo giorno le artiglierie falangiste martellano Tall el Zaatar. Per rifornirsi d’acqua gli abitanti devono uscire allo scoperto e raggiungere uno della ventina d ei punti di distribuzione disponibili: un migliaio di cecchini appostati sugli edifici più alti dei quartieri circostanti tiene sotto tiro le fontanelle, facendo centinaia di morti. Non sono pochi gli occupanti del campo che muoiono di fame, di sete, di tetano, di cancrena. Dopo 52 giorni di assedio l'OLP, per fermare il massacro, accettò la resa con la condizione che gli scampati possano uscire incolumi dal campo. La Croce Rossa e le organizzazioni internazionali garantirono questa condizione sottoscritta anche dagli assassini falangisti braccio armato del sionismo in libano ma l'accordo non fu rispettato. Nello stesso giorno della resa si contano 2000 morti sbranati dagli aguzzini , su un totale di più di 3000 morti. Donne, uomini, anziani, bambine e bambini assassinati mentre uscivano dal campo, con torture ed esecuzioni. I corpi vennero seppelliti e ricoperti con il cemento. Questa è la pace israeliana. (Brani liberamente aggregati da diversi resoconti ) 1982 - E poi ancora nel 1982 l’orrore di Sabra e Chatila che facciamo descrivere da questo struggente brano poetico composto da Mahmud Darwish dopo il disumano massacro: … No, non ho un esilio per poter dire: ho una Patria. Dio che tempi! Sabra dorme e il pugnale fascista si sveglia Sabra chiama... chi chiama? Tutta questa notte è mia, e la notte è sale il fascista le taglia il seno e la notte si r educe, balla intorno al suo pugnale e lo lecca. Canta per la vittoria del cedro, e toglie Lentamente … lentamente la carne dalle ossa e stende i brandelli sul tavolo e continua il suo ballo il fascista e sogghigna agli occhi sospesi ed è pazzo di gioia e Sabra non è più corpo la ricompone come vuole il suo istinto, e la forgia la sua volontà. E le ruba un anello di carne, e riconosce nel sangue la sua immagine ed è mare ed è terra ed è nuvola ed è sangue ed è notte
9 ed è sabato ed è Sabra. Sabra è l'incrocio di due strade su un corpo Sabra è la discesa dell'anima in una pietra Sabra è nessuno Sabra è l'immagine del nostro tempo fino all'eternità Mahmud Darwish da “Inni universali di Pace dalla Palestina ” L'esercito israeliano circondò in forze il campo profughi e lo illumin ò a giorno con i suoi fari affinché nessuno potesse sfuggire alla morte. Era il settembre 1982 e, dopo mesi di assedio di Beirut ed il massacro della popolazione civile, l’OLP firmò un accordo accettando il trasferimento a Tunisi dei circa 15 .000 combattenti presenti nel campo , ponendo la condizione che venisse garantita assoluta protezione al le donne , agli anziani e alle bambine e ai bambini rimasti nel campo. Il comando USA si assunse questa responsabilità insieme a i comandi militari italia ni e franc esi (le famose forze di interposizione) e invece... dalle prime luci dell'alba del 6 settembre incominciò il massacro. Per due giorni e due notti i fascisti della falange cristiano -maronita fecero scempio dei corpi di donne e anziani, bambine e bambini. Decapitazioni e smembramenti, stupri ed esecuzioni, con una caccia al Palestinese nei vicoli stretti del campo profughi illuminati dai potenti fari israeliani, testimoniati dalla stampa internazionale appena le venne permesso di entrare nel campo tra mucchi di cadaveri sventrati : “Furono le mosche a farcelo capire. Erano milioni e il loro ronzio era eloquente quasi quanto l’odore. Grosse come mosconi, all’inizio ci coprirono completamente, ignare della differenza tra vivi e morti. ” Dalla t estimonianza di Robert Fisk giornalista statunitense che invitiamo a leggere. https://nena -news.it/sabra -e-shatila -ce-lo-dissero -le-mosche/ Ma contro questa ingiustizia storica , avvallata e protetta p oliticamente e militarmente dalle potenze occidentali , crebbe la rabbia nella società ma soprattutto nei giovani Palestinesi. 1987 - Come un'onda che si alza sempre di più, la rabbia Palestinese alla fine esplode quando nel 1987 scoppi a la PRIMA INTIFADA, passata alla storia come l’Intifada delle Pietre. Una ribellione eroica del popolo Palestinese che scese in piazza e si scontrò con le pietre contro carri armati e contro l'occupazione militare israeliana che negava loro il diritto stesso all'esistenza come popolo sulla propria terra. Ragazzi e ragazze di giovane età, ma anche moltissimi bambini, hanno partecipato alla Prima Intifada pagando, per questo loro protagonismo, un altissimo tributo di sangue.
10 Della "Prima Intifada", oltre all'approssimativo numero di circa 1 .100 palestinesi assassinati dalle forze armate sioniste (la stessa approssimazione del numero dei morti è significativo della valenza Genocida della repressione) è rimasto famoso l'ordine alle truppe dell'allora ministro della difesa Isac Rabin (un altro futuro premio nobel per la pace …), di “spezzare le mani e le gambe dei palestinesi” . Compito eseguito con dedizione dall'esercito di torturatori come monito a cessare la Resistenza . E il cosiddetto “mondo civile ” rimase a guardare, allora come oggi. 1993 - Gli accordi di Oslo del 1993 , tanto enfatizzati dagli amici dei sionisti come occasione persa per la pace, sono stati al contrario un tragico esempio di pacificazione sotto il ricatto della fame e di una guerra continua . Questi “accordi” in sostanza istituzionalizzavano la dipendenza e la subordinazione del popolo Palestinese al regime sionista senza alcun riconoscimento ufficiale di un possibile stato Palestinese e senza alcuna concessione sul mettere fine all'occupazione con esplicito ritorno ai confini del 1967. Gli accordi permisero di smembra re ancora di più la Palestina con l’esponenziale moltiplicarsi di nuove colonie israeliane in terra Palestinese all'insegna del progetto sionista di una nuova “Grande Israele ”. Invitiamo a leggere, per non dilungarci, questo articolo della rivista indipendente di Pagine Esteri che illustra l'ingiustizia sostanziale e il disastro causato da questo accordo: https://pagineesteri.it/2023/09/13/primo -piano/30 -anni-accordo -oslo-un-disastro -per-i- palestinesi -con-danni -andati -oltre-ogni-previsione/ Dal riquadro risulta evidente la dispersione e l’isolamento degli insediamenti Palestinesi.
11 Simili a ghetti, ai “bantustan ” sudafricani all'insegna di un Apartheid subìto dalla popolazione Palestinese e diventato legge di stato. Comunità Palestinesi non in connessione tra di loro e controllate militarmente dall'esercito occupante. Il massimo dirigente dell’OLP , Yasser Arafat , nome di battaglia Abu Ammar , accettò questa che oggettivamente rappresentava una capitolazione per le aspirazioni all a Autodeterminazione del popolo Palestinese . Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina - FPLP - si oppose a questa decisione, messa in discussione, ma in maniera più attendista, anche da altre organizzazioni della Resistenza Palestinese come il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina – FDLP – e settori della stessa Fatah di cui era dirigente Arafat. Ma l’accordo fu accolto. 1994 - Nel frattempo, nel febbraio del 1994, per protesta contro un accordo che la destra sionista considerava persino troppo apert o al dialogo, un estremista religioso israeliano entrò nella moschea di Hebron armato di un fucile mitragliatore e uccise 29 fedeli musulmani durante la preghiera, ferendone altri 125. 2000 – E arriviamo al 2000 quando, dopo anni di ingiustizia e violenza, si alza un’altra grandissima ondata di orgoglio Palestinese e scoppia la SECONDA INTIFADA . Un’insurrezione di popolo che da Gerusalemme si propaga a tutta la Palestina. Un segnale al mondo sull'insopportabile condizione di un popolo martirizzato e colonizzato che si ribella ai colonizzatori con ogni mezzo necessario . La scintilla che diede inizio alla seconda Intifada fu innescata dal gesto di disprezzo del sionista terrorista Ariel Sharon per la maggioritaria identità religiosa musulmana Palestinese . Incominciò infatti le sue provocatorie "passeggiate" sulla spianata della Moschea di Al Aqsa a Gerusalemme , luogo sacro per l'islam , di cui Israele rivendicava e rivendica arbitrariamente il possesso in nome del progetto sionista della “ Grande Israele”. Operazione di provocazione tanto cara ai sionisti a tal punto che , il ministro israeliano sionista fascista suo emulo Itamar Ben Gvir , la ripeterà nel gennaio del 2023 . Con l’ovvio seguito di aggressione con i fucili usati come clave sui fedeli riuniti in preghiera sin dentro la stessa moschea. Immagini che hanno fatto il giro del mondo , rappresentazione plastica di suprematismo e di disprezzo per il credo religioso altrui . Una provocazione che accenderà il fuoco della protesta fino ad arrivare alla risposta armata Palestinese del 7 ottobre dello stesso anno.
12 IL MURO DELLA VERGOGNA E DELL’APARTHEID 2002 - Nel 2002 la Knesset, il parlamento israeliano, vota la costruzione del Muro dell'Apartheid , un muro della vergogna che divide, impedendone il transito, la Palestina in micro -aggregazioni a cui è resa difficile se non impossibile la libera circolazione da un luogo all'altro senza la certificazione dell'assoluta necessità a discrezione dell'esercito occupante. Il Muro rappresenta già visivamente in sé un atto evidentemente odioso e violento : le lunghe code ai check -point israeliani in terra Palestinese incarnano fisicamente il concetto di discriminazione e di arbitrio : uomini in armi che , sotto la bandiera di uno stato occupante, gestiscono e definiscono quotidianamente 2 volte al giorno la libertà individuale di spostamento, di lavoro, di cura e sostanzialmente di vita . Una vergogna mondiale criticata da molti ma… israele non si tocca, anzi il suo univoco e autoproclamato diritto alla difesa gli garantisce ogni giustificazione fino al genocidio odierno. Citiamo, a questo proposito, un articolo “edulcorato” della rivista Limes del 201 0, aggiornato nel 2015 , che parla della cittadina Palestinese di Qalqilya : “Il muro che circonda Qalqilya rende la città un giardino segreto con un’unica entrata ed un’unica uscita. Questa zona rappresenta un esempio lampante dello strangolamento sociale ed economico che subiscono quotidianamente alcune comunità locali.” Ma torniamo indietro al periodo successivo agli accordi di Oslo per ricordare che, dopo anni di continue aggressioni al popolo Palestinese , il comandante Yasser Arafat torn erà ad assumere il ruolo di simbolo della stessa identità Palestinese , quando le forze armate israeliane cerc heranno di annientarlo assediandolo nel suo quartier generale ridotto ad un cumulo di macerie, la Muqata , a Ramallah. Dal suo assedio Arafat rifiuta ogni proposta di resa al terrorista Sharon dichiarando che “il popolo Palestinese è un popolo di giganti”. Yasser Arafat diventa così un ingombrante ostacolo per le trattative in corso tra il governo israeliano, supportato in questo dagli USA e la dirigenza dell’ANP, l’Assemblea nazionale Palestinese , ormai corrotta e decisa a salvaguardare i propri privilegi e il proprio clientelismo sulla pelle del popolo Palestinese e della sua Resistenza fino al la collaborazione con il nemico. Arafat morirà l’11 novembre del 2004 assassinato con il polonio come si scopr ì con una tardiva autopsia nel 2012. A fronte de i depistaggi dei servizi segreti francesi, u.s.a e israeliani, possiamo però affermare che Arafat fu ucciso dai soliti assassini dei servizi di sicurezza israeliani con l’aiuto della dirigenza dell’ANP che voleva sbarazzarsi di un simbolo così importante di Resistenza per il popolo Palestinese .
13 Sempre nel l’aprile del 2002, israele lanciò l’operazione militare “Scudo Difensivo” (costantemente in cerca di giustificazione…) invadendo per 12 giorni la città di Jenin nella Cisgiordania occupata. Questo massacro della popolazione civile e la distruzione di case in funzione di una prossima colonizzazione , furono tragica ispirazione per il regista Mohammad Bakri che girò nei giorni successivi il film/documentario Jenin -Jenin con interviste ai testimoni della strage di civili . Il filmato , tutt’ora censurato in Israele , è dedicato a Iyad Samoudi , il produttore esecutivo, assassinato dall’esercito israeliano poco dopo la fine delle riprese. 16 marzo 2003 - Rachel Corrie , attivista statunitense dell’International Solidarity Movement, viene schiacciata da una ruspa dell'esercito israeliano perché si era interposta per impedire la distruzione della casa di un medico nella striscia di Gaza. 2007 - Dopo qualche anno di assassini e stragi in un a condizione di assoluta impunità e di assoggettamento del popolo Palestinese all’espansionismo sionista -israeliano , arriviamo a d una nuova misura repressiva per strangolare economicamente il popolo Palestinese riducendolo alla fame. Israele dichiara e mette in pratica un ferreo embargo che dura ancor oggi. Dal 2007 è chiusa ogni via d’accesso inclusa la restrizione dello spazio di mare agibile dai pescatori palestinesi con il risultato di ottenere la drastica diminuzione del sostentamento alimentare derivato dalla pesca. Questa misura terroristica rappresenta l ’arrogante vendetta israeliana contro il popolo Palestinese “colpevole ” di aver decretato la vittoria elettorale dell’organizzazione politico -confessionale Hamas , alle elezioni politiche del 2006 , per la sua intransigente opposizione al sionismo e per una forte presenza territoriale di supporto alla popolazione contrapposta ad un’ ANP sempre più “collaborativa” e piegata alle imposizioni USA e israelian e. Il FPLP Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina , schierato politicamente in senso marxista e laico, paga l’isolamento politico e la repressione di entrambe le due formazioni politiche maggiori . 2009 – “Operazione Piombo Fuso” Il risultato di questa guerra durata 22 giorni fu di circa 1420 morti di cui circa 300 bambine e bambini. Circa 3000 case distrutte e 20.000 danneggiate perseguendo lo strategico obiettivo sionista -israeliano di provocare la dispersione e la migrazione forzata della popolazione Palestinese verso altri paesi del mondo arabo .
14 Vittime ma anche eroici combattenti. Cluster Bomb e Fosforo Bianco furono utilizzati soprattutto in aree altamente abitate come segnale Genocida e di certa impunità dai vigliacchi assassini sionisti. Dal rapporto di 117 pagine di Amnesty International chiunque può dedurre che queste armi “vietate e illegali” insieme alle altre armi considerat e “legali”, furono utilizzate contro la popolazione civile senza possibilità di fuga ( proprio come ora a Rafah con 1.500.000 persone chius e tra il muro del la frontiera e i carri armati ). Donne e uomini assassinati dalle bombe mentre dormivano o nei cortili dei vicoli di Gaza mentre stendevano il bucato, bambini colpiti sul letto o sul tetto mentre giocavano . Amnesty testimonia inoltre di numerosissimi casi di ambulanze e infermieri colpiti mentre prestavano soccorso. Ma un altro dato avrebbe dovuto far insorgere l’autonominato “mondo civile”. Venne infatti accertato che israele avesse sperimentato una nuova tipologia di ordigni contenenti metalli pesanti tossici con un raddoppio, su base annua, del numero di neonati affetti da qualche patologia anche grave e/o deformante. In soli 22 giorni di guerra . Ci chiediamo retoricamente se si sia forse voluta applicare , su scala maggiore , la ricerca eugenetica di Joseph Mengele, l’angelo della morte di Auschwitz -Birkenau. Tutto q uesto è nazismo. Tutto questo è Genoci dio. Perché sionismo , suprematismo, razzismo e nazismo sono ugualmente basati sul la subordinazione di un altro popolo. Sionismo e nazismo sono in particolare fondati sulla scientifica eliminazione del popolo individuato come nemico.
15 E infatti: “Dopo le operazioni di Gaza, il Comitato di ricerca sulle nuove armi (Nrwc), un gruppo basato in Italia di scienziati e medici che studiano gli effetti delle armi non convenzionali e le ripercussioni a medio termine sui residenti in aree affette da conflitti, rilevò che furono effettivamente impiegati esplosivi contenenti fosforo bianco e un elemento metallico ad alto contenuto cancerogeno. Ulteriori analisi sulle aree bombardate riscontrarono la presenza di metalli dannosi per i sistemi nervoso e riproduttivo degli esseri umani.” Una scelta politico -militare che ha reso esplicito l’intento Genocida di questa guerra. 14 aprile 2011 - Vittorio Arrigoni viene sequestrato da una banda fondamentalista manovrata dal Mossad e ucciso il giorno dopo essere stato brutalmente torturato. Vik raccontava la tragedia quotidiana e l'orrore di una vita sotto occupazione. Il suo “Restiamo umani ”, è un insegnamento che tutto il mondo oggi ancora riconosce. 2012 - Come monito al popolo Palestinese che non accetta la segregazione e l’occupazione, Israele scatena l’operazione “Pilastro di Difesa” che inizia con l’assassinio mirato di un dirigente di Hamas continuando con l’uccisione di oltre 165 palestinesi (tra cui più di 30 bambini ) in poco più di 7 giorni . 2014 - Israele va avanti con le guerre al popolo Palestinese a Gaza e lancia nel 2014 l’operazione “ Barriera Protettiva” . Per noi parla un reportage del 2014 del prezioso giornalista Michele Giorgio : “Siamo ormai al 24esimo giorno di “Barriera Protettiva ” i numeri ormai toccano quelli di Piombo Fuso . Per molti l’operazione in corso è molto più devastante di quella che fu l’offensiva del 2008 -2009 per il livello altissimo di distruzione e il numero di sfollati, elevatissimo a causa dei bombardamenti diretti contro abitazioni civili. A Gaza non c’è più elettricità: dopo il bombardamento dell’unico impianto elettrico della Striscia, gran parte della popolazione ha la corrente per due ore al giorno, ma nel centro dell’enclave è completamente assente. ” I morti, una volta finita l’aggressione, saranno circa 2300 tra cui approssimativamente 570 bambine e bambini con il solito corollario di centinaia di migliaia di sfollati per le case scientificamente distrutte . 2018 – Nel luglio del 2018 avviene un salto di qualità nella strategia sionista nei confronti delle popolazioni arabe. La Knesset, il parlamento israeliano, stabilisce e istituzionalizza la trasformazione di Israele in “stato nazionale del popolo ebraico” . In questa “Legge fondamentale” viene sancito che Israele è il luogo dove il diritto
16 all’autodeterminazione è limitato solo agli ebrei e che Gerusalemme dovrà essere la capitale di questo stato. Peccato che la bellissima Gerusalemme sia universalmente riconosciuta come elemento centrale delle tre religioni monoteiste Cristiana, Musulmana, Ebraica e che a Gerusalemme si trovino la Basilica del santo Sepolcro e la Moschea di Al Aqsa punti di riferimento fondanti e irrinunciabili per le fedi cristiana e musulmana. Sottolineare una discriminatoria limitazione del diritto individuale, vincolandolo ad una appartenenza religios a, evidenzia l’oppressione di ogni altra componente etnica o religiosa che viva sullo stesso territorio a cui non vengono garantiti, per la prima volta per legge, gli stessi diritti. Il presupposto ideologico di questo fondamentalismo e del suprematismo e braico si ritrova in pieno nell’affermazione del ministro israeliano Bezalel Smotrich: “i Palestinesi non esistono, sono un’invenzione di meno di 100 anni fa ”, “i palestinesi non esistono perché non esiste un popolo Palestinese ”. Questo è un salto di qualità, legislativo, ideologico e culturale raccolto dal sionismo nella trasformazione del popolo ebraico da “popolo eletto”, come nel credo religioso ebraico , in “popolo suprematista”. Questa “Legge Fondamentale” sancisce una differente legislazione tra la popolazione arabo -Palestinese , che da millenni vive su quella terra, e i nuovi insediamenti di donne e uomini di fede ebraica. Ma non basta; questa legge sancisce il “diritto al ritorno” (???) di qualsiasi ebreo voglia… andare ad occupare un nuovo pezzo di terra sottraendola ai Palestinesi. Mentre ai più di 6.000.000 di profughi Palestinesi, nonostante la carta (straccia ) di numerose risoluzioni ONU, non viene riconosciuto alcun diritto se non quello di sopravvivere in un campo profughi. Le grandi chiavi in ferro che spesso si vedono nei cortei in Palestina, o in piazza nelle mani delle donne e degli uomini delle Comunità Palestinesi, sono le chiavi di casa simbolo del RITORNO per milioni di profughi . Rappresentano le vere chiavi, ancora in mano ai legittimi proprietari, delle migliaia di case da cui i palestinesi sono stati scacciati con il terrorismo a partire dalla Nakba. LE CHIAVI SONO ACCOMPAGNATE DAL GRIDO “RAJA” CHE VUOL DIRE RITORNO . La questione dei profughi, nonostante il suo enorme numero, non viene però mai trattata né riconosciuta da Israele . Il loro DIRITTO AL RITORNO , che il popolo Palestinese rivendica (e noi con loro) deve essere parte integrante di un percorso per una pace vera e Giusta per il popolo Palestinese . Ma torniamo al quadro generale e arriviamo , per estrema sintesi , all'oggi mostrando gli effetti del muro dell'Apartheid, della colonizzazione e degli in sediamenti israeliani , della rapina della terra Palestinese e della Pulizia Etnica sionista in Cisgiordania ( West Bank).
17 A Gerusalemme sempre a proposito dell’Apartheid israeliano. 2022 - Riprendiamo ancora una sintesi tratta da “Pagine Esteri” del gennaio 2022: …secondo il diritto Internazionale (??) Gerusalemme Est è considerata un territorio occupato come Gaza e la Cisgior dania , ma Israele ha proceduto ad una annessione formale in aperta contravvenzione al diritto internazionale e alle diverse risoluzioni adottata dia dall’Assemblea generale che dal Consiglio di Sicurezza d elle nazioni unite. Di fatto, nel corso degli anni, Israele ha insediato popolazione ebraica nei
18 quartieri palestinesi, attraverso la costruzione di vere e proprie colonie, l’occupazione di singole case, come nei quartieri di Silwan e Sheikh Jarrah, e attraverso la confisca di aree da destinare alla costruzione di basi militari o progetti pubblici qua li strade, centri turistici, aree archeologiche e parchi naturali. Nella zona, infatti, il governo israeliano ha espropriato il 38% del territorio per la costruzione di insediamenti e basi militari e, ad oggi , vi sono 11 colonie abitate da un totale di circa 210.000 colon i. Sono stati, inoltre, creati quattro grandi parchi nazionali che occupano il 22% dell’area di Gerusalemme Est. APARTHEID E DISCRIMINAZIONE SANCITA DALLA LEGGE ISRAELIANA : … secondo il diritto di quel “fulgido esempio di democrazia”… che è Israele , i Palestinesi di Gerusalemme non godono di una piena cittadinanza ma di uno status di residenti permanenti , che in via teorica garantirebbe gli stessi diritti sociali dei cittadini israeliani, ma in realtà non consente di accedere ai pubblici uffici o votare alle elezioni nazionali. Ancora a p roposito di legislazioni discriminatorie e dell’apartheid: nel gennaio 2022 , qualcosa come 70 famiglie minacciate di sfratto , vivevano da decenni nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est.
19 Le forze armate procedettero agli sfratti e agli arresti delle famiglie Palestinesi con la solita particolare violenza che è loro consona , nascondendosi dietro ad una legge promulgata in Israele con la quale i residenti ebrei prima del ’48 possono vantare il diritto al possesso del la terr a sulla quale sono state costruite quelle case . Ai Palestinesi scacciati dalla loro terra e diventati profughi con la Nakba questo diritto non viene però concesso. Qualche mese dopo, nel maggio 2022 , durante un’operazione di polizia gestita a colpi di fucile contro i manifestanti, veniva deliberatamente assassinata, come da conferma e condanna ufficiale di una commissione d’ inchiesta delle nazioni unite, la giornalista di Al Jazeera Shireen Akleh con un unico colpo alla testa. Insieme a lei veniva ferito il giornalista Ali Sammoudi mentre insieme, con ben evidenti giubbotti antiproiettile marchiati PRESS testimoniavano la violenza delle forze armate israeliane contro la popolazione civile che manifestava. L’allora ministro Lapid , rivendicando “la superiore etica dell’esercito israeliano” , commentò le critiche all’assassinio e la stessa condanna ONU con la solita arroganza israeliana : “Nessuno ci può fare la morale sul comportamento in guerra” …… E arriviamo a Gaza i cui numeri sono certamente conosciuti ma ben esemplificati da questa nota grafica. Gaza è un lager a cielo aperto emblema della sofferenza ma anche della Resistenza di un Popolo. La situazione a Gaza, da tempo umanamente intollerabile , è ormai di un orrore oltre l’immaginabile perché, mentre scriviamo, sta per incominciare la Soluzione Finale mirata sul milione e mezzo di profughi concentrati in condizioni disumane nei pressi del valico di Rafah. Mentre l’ esercito sionista schiaccia la popolazione Palestinese sul confine con l’Egitto, g li USA premono su Israele perché il conflitto trovi una qualsiasi risoluzione “più umana” solo per la paura di un’escalation militare che possa toglier le risorse e attenzione dal prossimo “confronto” con la Cina . Ma il cane pazzo Netanyahu spinge per una “soluzione finale ” per il popolo Palestinese , con la scusa della lotta al terrorismo , per poi poter vantare un risultato militare che gli garantisce la sopravvivenza politica. Una ben strana accezione questa del concetto di “terrorismo” , con un implicito senso di condanna che si riversa su chi combatte senza divisa , ma che non si può mai applicare al “legittimo diritto al Genocidio ” dell’esercito israeliano. D’altra parte, la storia ci ha insegnato che la cosiddetta “lotta al terrorismo” ha coperto le peggiori nefandezze sul piano della repressione ai movimenti d’opposizione di classe per riportarli su un piano di compatibilità politica, come anche sul piano internazionale delle “guerre umanitarie” o per “esportare la democrazia ”, in realtà guerre di rapina contro paesi che non si piegano alle potenze imperialiste E qui sarebbe lungo il lugubre elenco delle guerre di rapina imperialista che hanno raso al suolo interi paesi e intere popolazioni con una scia di sangue che ha fomentato un ovvio e inesauribile odio verso “l’occidente democratico” per la sua struttura politico -economic o- militare di blocco imperialista USA-NATO -Europa.
20 Ma sulla sofferenza, la disperazione, il coraggio e la determinazione della popolazione di Gaza oggi torneremo in seguito , affidandoci ora ad un brano , drammatico ed “enorme” per la sua potenza evocativa, composto nel 1973 da Mahmud Darwish intitolato “Silenzio per Gaza” : Gaza “Si è legata l’esplosivo alla vita e si è fatta esplodere. Non si tratta di morte, non si tratta di suicidio. È il modo in cui Gaza dichiara che merita di vivere. Da quattro anni, la carne di Gaza schizza schegge di granate in ogni direzione. Non si tratta di magia, non si tratta di prodigio. È l’arma con cui Gaza difende il diritto a restare e snerva il nemico. Da quattro anni, il nemico esulta per avere coronato i propri sogni, sedotto d al flirtare con il tempo. Eccetto a Gaza. Perché Gaza è lontana dai suoi cari e attaccata ai suoi nemici. Perché Gaza è un’isola. Ogni volta che esplode, e non smette mai di farlo, sfregia il volto del nemico, spezza i suoi sogni e ne interrompe l’idillio con il tempo. Perché il tempo a Gaza è un’altra cosa, perché il tempo a Gaza non è un elemento neutrale. Non spinge la gente alla fredda contemplazione, ma piuttosto ad esplodere e cozzare contro l a realtà. Il tempo laggiù non porta i bambini dall’infanzia immediatamente alla vecchiaia, ma li rende uomini al primo incontro con il nemico. Il tempo a Gaza non è relax, ma un assalto di calura cocente. Perché i valori a Gaza sono diversi , completamente diversi. L’unico valore di chi vive sotto occupazione è il grado di Resistenza all’occupante. Questa è l’unica competizione in corso laggiù … Gaza non è un fine oratore, non ha gola, è la sua pelle a parlare, attraverso il sangue, il sudore, e le fiamme … Per questo il nemico la odia fino alla morte, la teme fino al punto di commettere crimini e cerca di affogarla nel mare, nel deserto, nel sangue . I nemici possono avere la meglio su Gaza. Il mare grosso può avere la meglio su una piccola isola. Possono tagliarle tutti gli alberi. Possono spezzarle le ossa. Possono piantare carri armati nelle budella delle sue donne e dei suoi bambini. Possono gettarla a mare, nella sabbia o nel sangue. Ma lei: non ripeterà le bugie. Non dirà sì agli invasori. Continuerà a farsi esplodere. Non si tratta di morte, non si tratta di suicidio. Ma è il modo in cui Gaza dichiara che merita di vivere. Mahmud Darwish
21 Non crediamo ci possano essere commenti sufficienti davanti al senso di disperazione, di coraggio e determinazione che emergono da questa prosa poetica di Mahmud Darwish. Possiamo solo invitare caldamente a leggerlo su “Trilogia Palestinese ”. Ma torniamo allo stillicidio di violenza quotidiana sionista. Quello che segue è il grafico sull'occupazione israeliana fino al 2014. Mentre i dati ufficiali di agenzie internazionali parlano di un totale di circa 750.000 coloni attualmente insediati in Cisgiordania . Come ben evidenziato , nel riquadro a seguire, è evidente la sempre maggiore riduzione delle terre abitate dai Palestinesi a favore di quelle occupate da israeliani. Risulta sempre più chiaro che la spinta alla colonizzazione e alla Pulizia Etnica non nascano certamente con il governo Netanyahu o dopo la risposta militare della Resistenza Palestinese del 7 ottobre 2023. SMASCHERIAMO LA PROPAGANDA SIONISTA DI OGNI TENDENZA Nel racconto filo -sionista pare che prima del 7 ottobre andasse “tutto bene” … Sembra n on sia mai esistita alcuna occupazione della terra di Palestina e che non esista un profondo fiume di sangue Palestinese che unis ca l’orrore del passato ad un presente altrettanto tragico . Questo è invece quello che vogliono farci credere e che sostengono gli imbonitori dei media nazionali (giornali e televisioni ), anche solo un po' meno crudelmente filosionisti della destra al governo invece schierata “in armi” co n l’esercito israeliano e GIUSTIFICAZIONISTA del GENOCIDIO in corso. Su questo falso e strumentale presupposto diventato ideologico, diventato pietra miliare anche del sionismo “democratico” (un ossimoro) , si sono adagiate le diverse aree della “sinistra moderata” italiana come anche le aree di governo più ipocritamente “buoniste ”. Ipocritamente perché , mentre si avalla un Genocidio , nel frattempo si prendono arbitrariamente dei bambini feriti o ammalati e, senza alcun formale accordo, li si porta in Italia per garantirgli
22 le cure necessarie impossibili da ricevere sul suolo Palestinese per i bombardamenti dell’alleato Israele .… In questo dato ci possiamo trovare tutto lo schifo e il cinismo del corto circuito della decenza e dell’etica del blocco occidentale e in particolare del governo meloni -salvini così impegnato a sgomitare per un “posto al sole” e un ruolo di protagonismo attivo sul piano internazionale e di una politica estera sempre ben attenta a non uscire dall e compatibilità dell’ombrello protettivo USA/Nato. L’obiettivo evidente è il rappresentare un’immagine bugiarda e distorta della realtà come se tutto si potesse ricondurre alla soggettiva “cattiveria” della Resistenza Palestinese o di Netanyahu. Quasi una nuova applicazione della vecchia teoria degli “opposti -estremismi” per fermare il conflitto e lasciare tutto immutato o quasi, senza il riconoscimento definitivo del diritto all’Autodeterminazione del popolo Palestinese in qualsiasi forma deciderà di rappresentarsi . Anzi per congelare una situazione drammatica con una pacificazione armata che creerà solo i presupposti per un’altra guerra. Nascondersi , soggettivamente o oggettivamente , le origini storiche del conflitto e le sue radici nell’ingiustizia storica subìta dal popolo Palestinese è oggi, invece, l’ipocrita errore GIUSTIFICAZIONISTA del G ENOCIDIO Palestinese . Un criminale giustificarsi di chi si fa scudo di una vigliacca equidistanza (in diverse gradazioni fino alla complicità) e di chi, da una parte, si ferma a guardare esclusivamente la fotografia del 7 ottobre 2023 , mentre vuole , dall’altra, addossare ogni responsabilità di questa guerra Genocida esclusivamente al solo Netanyahu e al suo governo di criminali sionisti. Il modo peggiore per affrontare oggettivamente la realtà è quello di n on criticare le concrete connivenze e le responsabilità d i buona parte della società israeliana che, nel suo complesso , occhieggia al sionismo , tranne purtroppo per un a piccola minoranza che finalmente e con coraggio incomincia ad alzare la voce . Il modo migliore per azzerare ogni possibilità di arrivare ad un futuro di pace - Pace Giusta - è il non mette re in discussione l’aberrazione dell’ideologia sionista e l’occupazione della Palestina . L’ipocrisia dell’“aiutiamoli a casa loro” in Terra di Palestina , anche in settori pacifisti israeliani, con un’empatia e una buona fede che certamente riconosciamo, mantiene comun que il sapore sionista della discriminazione , se non la mette in discussione dalle origini. Negandosi e negando al mondo la possibilità di individuare una strada per una Pace soprattutto Giusta che possa tracci are una prospettiva rispettosa per il popolo Palestinese e costruisca le tappe, in tempi evidentemente anche lunghissimi, di una possibile e necessaria convivenza. - UNA PICCOLA DIGRESSIONE SU SIONISMO E LOTTA DI CLASSE : leggiamo su alcuni documenti politici delle riflessioni che crediamo semplicistiche o parziali per affrontare correttamente la materialità delle contraddizioni in Palestina come in Israele . Siamo assolutamente convinti della correttezza strategica di un’impostazione di classe nell’approcciarci alla questione medio -orientale come in ogni altro angolo del mondo . Crediamo però che la contraddizione primaria da affrontare oggi non sia solo quella di un generico appello all’uni tà del proletariato Palestinese e israeliano contro l ’oppressione delle borghesie nazionali e i piani imperialisti nell’area medio -orientale e ci permettiamo anzi di suggerire quanto questo approccio sia arretrato e viziato da un’impostazione impregnata di ideologismo . Un approccio dialettico al conflitto deve porre su un piano di contraddizione primaria il sionismo, some contraddizione materiale e ideologica imprescindibile con cui fare i conti , proprio nel rispetto d ella “dialettica marxista ”. Il sionismo come ideologia suprematista prodotta da una struttura materiale colonialista di oppressione di un intero popolo. Riprendiamo, a questo proposito, brevissim e parti del lungo intervento di assoluto rilievo e spessore di Ilan Pappe – Londra 21.01.2024 - al Genocide Memorial
23 Day dell’IHRC (Islamic Human Rights Commission) che sostiene che il Genocidio del popolo Palestinese sia un punto di non ritorno che sta cambiando la storia e che probabilmente sta disegnando la traiettoria finale dello stato ebraico per come ora lo conosciamo : “ L’idea che il sionismo sia un colonialismo di insediamento non è nuova. Gli studiosi palestinesi che negli anni ’60 lavoravano a Beirut nel Centro di Ricerca dell’OLP avevano già capito che quello che stavano affrontando in Palestina non era un progetto colonial e classico. Non inquadravano Israele solo come una colonia britannica o americana, ma lo consideravano un fenomeno che esisteva in altre parti del mondo, definito come colonialismo di insediamento ... Questo progetto storico è giunto alla fine ed è una fine violenta – tali progetti di solito crollano in modo violento, quindi, è un momento molto pericoloso per le vittime di questo progetto, e le vittime sono sempre i palestinesi insieme agli ebrei, perch é anche gli ebrei sono vittime del sionismo. Quindi, il processo di crollo non è solo un momento di speranza, ma è anche l’alba che spunterà dopo il buio, ed è la luce alla fine del tunnel.” Il sionismo è oggi l’unico ostacolo per l’affermazione della Pace in Palestina . Ma avviciniamoci ancora all’oggi. Nel 2023 Amnesty International dichiara: Sedici anni di blocco illegale di Israele hanno reso Gaza la più grande prigione a cielo aperto del mondo. La comunità internazionale deve agire ora per impedire che diventi un gigantesco cimitero. 2023 – 3 luglio, Israele scatena su Jenin , come diverse alt re volte dopo il 2002, un vasto e violentissimo attacco militare . È il secondo attacco del 2023 contro la città di Jenin , nel nord della Cisgiordania , che ha storicamente una popolazione Resistente mai piegata dall’occupazione militare, che si è concretizzato in un feroce e disumano rastrellamento (simile a quello di questi giorni) quartiere per quartiere, casa per casa, con arresti “arbitrari”. “Casa e Giardino ” … è il nome di questa oper azione militare che ha causato decine di morti , feriti in proporzione, e la solita devastazione di case, strade, rete elettrica e idrica. D’altra parte, per farti … casa e giardino, prima devi buttare giù tutt o…. Riportiamo , a questo proposito, un comunicato del Cospe e delle OSC – organizzazioni della cooperazione internazionale – inerente non solo all’attacco del 3 luglio ma alla guerra continua al popolo Palestinese : “Il 2023 si sta caratterizzando come un anno di violenze senza precedenti. Dall’inizio dell’anno, infatti, almeno 192 Palestinesi sono morti per mano israeliana, inclusi 31
24 bambini e bambine; un numero di vittime già maggiore di quello registrato in tutto il 2022 . Continuano incessanti gli arresti arbitrari, anche di minorenni, e le demolizioni di strutture civili, come la scuola di Jabbet el -Deeb costruita con fondi dell’Unione Europea demolita da Israele il 7 maggio 2023. Il 28 giugno il Consiglio di sicurezza dell’ONU , esprimendo la sua “tristezza per la morte di civili” nella Cisgiordania occupata, aveva invitato le parti a “ evitare azioni unilaterali che potrebbero infiammare le tensioni” . Ma, nonostante questo, lo scorso 3 luglio 2023 Israele ha lanciato l’offensiva militare “Casa e Giardino” , a Jenin, nel nord della Cisgiordania, sotto occupazione dal 1967. Ci troviamo di fronte alla quinta operazione militare lanciata su Jenin dall’inizio del 2023, la più dura in Cisgiordania negli ultimi 20 anni. Un attacco condotto via terra e via aria, con l’utilizzo di forze speciali, droni e cecchini, concentratasi sul campo profughi di Jenin, un’area con un’altissima densità di popolazione – 14mila persone in meno di mezzo kmq. Ad oggi, i dati diffusi dalle Nazioni Unite riportano 12 vittime palestinesi, per la maggior parte giovani, tra i quali anche 5 minori; 143 feriti – di cui 20 versano in gravi condizioni – e circa 3.500 persone sfollate a causa della distruzione o danneggiamento delle proprie case. L’ospedale al Amal di Jenin e una clinica dell’UNRWA sono state danneggiate, e la distruzione delle strade e delle infrastrutture rende difficile l’accesso delle ambulanze e del personale medico e la fornitura di acqua ed elettricità. Il governo israeliano, tuttavia, continua la sua opera di colonizzazione . A giugno ha infatti approvato un piano per la costruzione di ulteriori 5.000 unità abitative in Cisgiordania, dove già vivono oltre 700.000 coloni israeliani. Anche l’intergruppo per la pace tra Palestina e Israele del Parlamento italiano si è espresso chiedendo “un incontro urgente al Ministro degli esteri, Antonio Tajani, affinché l’Italia assuma una posizione chiara” poiché “non sono ammissibili silenzi di fronte alle costanti violazioni dei diritti umani in Palestina” … Ma nei 3 mesi successivi (fino al 7 ottobre) tutto si è dimenticato, quasi 80 anni vengono rimossi in nome dell’inviolabilità e dell ’impunità di Israele, del suo unilaterale diritto a difendersi, in nome del suo diritto al Genocidio del popol o Palestinese . La grancassa di propaganda sionista, in tutte le sue sfaccettature e gradazioni di colore , omette, nasconde e certamente non denuncia che, in base a dati ufficiali tra il gennaio del 2000 e il settembre del 2023 , i governi israeliani, con la sua mano armata dell’idf, i coloni, le bombe, i carri armati, la mancanza di cure e le torture nelle carceri hanno prodotto 11.299 morti e ferito 156.768 donne, uomini, bambine e bambini Palestinesi . Ma vogliamo anche ricordare la pratica terrorista de i numerosissimi “omicidi mirati” compiuti dal Mossad israeliano in tutto il mondo. La lista sarebbe molto lunga ma, senza voler mancare di rispetto alla memoria di chi non citeremo, ne elencheremo solo alcuni come Wael Zuaiter , dirigente politico di Al-Fatah , assassinato a Roma nel 1972. Il suo amico Mahmoud Hamshari , dirigente dell’ OLP assassinato a Parigi qualche settimana dopo. Il poeta Ghassan Kanafani vicino al FPLP e assassinato nel 1972 per la sua preziosa testimonianza letteraria sulla tragedia dei profughi dopo la Nakba.
25 E ancora il famoso disegnatore Palestinese Naji al Ali assassinato a Londra nel 1987 e conosciuto in tutto il mondo per aver creato e disegnato il famosissimo personaggio di Handala che gira le spalle al mondo che , davanti alla sofferenza del popolo Palestinese , si volta complice dall’altra parte . PRIGIONIERI - OSTAGGI E ora vogliamo affrontare un argomento che sembra tabù nei media nazionali perché disturbere bbe la narrativa di israele come un “paese di pace colpito a tradimento il 7 ottobre ”: la questione dei prigionieri israeliani in mano alle forze della Resistenza Palestinese e dei prigionieri Palestinesi detenuti nelle carceri israeliane o in mano all’esercito occupante. Un’altra narrazione mistificata della realtà . Le nostre convinzioni etico -politiche ci fanno dire che la guerra sia di per sé un fatto tragico, un orrore. Le uniche guerr e per noi praticabil i sono quella di classe per l’uguaglianza e la giustizia sociale per liberare il mondo dallo sfruttamento di classe e quella antimperialista contro il colonialismo. La guerra , chiunque la faccia, implica morti e prigionieri. Dopo il 7 ottobre c’erano indicativamente 240 israeliani in mano alla Resistenza . Mentre scriviamo sono rimasti a Gaza forse 131 israeliani dopo l ’avvenuta liberazione , con lo scambio tra prigionieri, degli altri e i morti a causa dei bombardamenti. Segnaliamo inoltre che a tutte e tutti i prigionieri liberati il governo israeliano impedisce ogni libera comunicazione per non crepare il racconto ufficiale di violenze e maltrattamenti e ricordiamo a questo proposito quel significativo “Shalom – Pace” di quell’anziana donna israeliana rivolto agli uomini della Resistenza al momento della sua liberazione. Dall’altra parte del fronte di guerra è invece impossibile calcolare esattamente il numero di ragazze, ragazzi, uomini e donne, bambine e bambini sequestrati e arrestati arbitrariamente dopo rastrellamenti di interi quartieri da parte dell’esercito d’occupazione eseguiti in Cisgiordania o nella stessa Gaza. Uomini, fermati, denudati, picchiati mentre alle donne tocca il solito trattamento di minacce di violenza sessuale . Stiamo parlando del numero incredibile di quasi 6.000 Palestinesi arrestati
26 dalle forze israeliane in Cisgiordania dal 7 ottobre, t ra cui centinaia di donne e bambine e bambini. Tra questi prigionieri ci sono almeno 50 giornalisti di cui almeno 20 in “detenzione amministrativa ” ossia senza alcuna accusa o processo. Detenzione amministrativa: questa forma di detenzione, simile ad un sequestro di persona , viene molto utilizzata da israele come deterrente terroristico contro la popolazione Palestinese dato che in qualsiasi momento e in modo assolutamente arbitrario, si può essere arrestati e detenuti senza processo in base ad una “ordinanza di detenzione amministrativa” che può essere ripetuta in maniera indefinita di sei mesi in sei mesi. Al numero disumano di arresti arbitrari dopo il 7 ottobre 2023 vanno aggiunti i circa 6800 ostaggi/prigionieri Palestinesi tra i quali vanno conteggiati i circa 1300 a cui era stata applicata la forma della detenzione amministrativa, secondo i dati dell’associazione israeliana HaMocked per i diritti umani . Per un totale quindi di 12.800 (per difetto) prigionieri palestinesi in mani israeliane. Ma parliamo ancora del sistema giudiziario nella “democratica israele” riprendendo un chiarissimo articolo di Chiara Cruciati su “Terrasanta.net” del 2018 con dati esemplificativi della situazione oggettiva di Apartheid giudiziario : Un sistema particolare perché fa distinzione tra i residenti: ai palestinesi si applica la legge militare , ai coloni si applica la legge civile … ……. Due pesi e due misure che da anni le organizzazioni israeliane per i diritti umani monitorano e combattono. Nel maggio 2016 una delle ong israeliane più note, B’Tselem , annunciò la resa: non avrebbe più presentato denunce contro coloni e soldati al sistema giudiziario israeliano, perché inutili (nella stragrande maggioranza dei casi neppure esaminate) e perché strumentalizzate dalle autorità israeliane per dimostrare l’ esistenza di uno Stato di diritto …………… I numeri parlano da sé: se di fronte ad una corte militare israeliana il 99,74 per cento dei palestinesi imputati viene condannato , nel caso di violenza da parte dei coloni la percentuale crolla sotto il 2 per cento (dati dell’associazione israeliana Yesh Din : oltre l’85 per cento dei crimini commessi da israeliani su palestinesi vengono chiusi senza inchiesta, l’1,9 per cento con una pena per il responsabile). Eppure, fa sapere l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento delle questioni umanitarie (Ocha), le violenze dei coloni sono in costante crescita: nei primi sei mesi del 2017 si so no registrati tre morti palestinesi e 48 feriti, 2.700 alberi di ulivo danneggiati, 52 auto distrutte. Ovvero l’86 per cento di casi in più rispetto allo stesso periodo del 2016. E l’articolo risale al 2018 … Avvicinandoci alle conclusioni , possiamo solo scusarci per l’omissione di decine di “date”, dei piccoli e grandi eccidi e dell e migliaia di pagine di orrore e di prevaricazione quotidian a sub ìta dal popolo Palestinese . Non riusciremmo mai e sarebbe impossibile sintetizzare in poche pagine la sofferenza, l'umiliazion e, la tortura per un popolo d a quasi 80 di occupazione militare sionista. LA GUERRA ALLE DONNE, BAMBINE E BAMBINI Ma un’altra denuncia crediamo vada fatta, non con le nostre parole ma con quelle scritte il 16 settembre del 2023 ( sottolineiamo : prima del 7 ottobre) da Ramzy Baroud , giornalista e direttore di The Palestine Chronicle . Riportiamo naturalmente solo brani di quell’articolo che vi chiediamo di leggere con attenzione:
27 “Per Israele, uccidere i bambini palestinesi è una scelta politica. Questa affermazione può essere facilmente dimostrata ed è supportata dai risultati dell’ultimo rapporto di Human Rights Watch. La domanda è: perché? Quando un agente di polizia o un soldato spara a un bambino in qualsiasi altra parte del mondo, anche se in modo assolutamente tragico, si può sostenere, almeno in teoria, che l’omicidio sia stato una tragica fatalità. Ma quando migliaia di bambini vengono uccisi o feriti in modo sistematico , e in quantità notevoli in un periodo di tempo relativamente breve, è ovvio che vi sia intenzionalità …. In un rapporto intitolato: “Cisgiordania: Aumento Nelle Uccisioni Israeliane di Bambini Palestinesi”, pubblicato il mese scorso, Human Rights Watch è giunto alle sue conclusioni sulla base di un’analisi esaustiva di dati medici, testimonianze oculari, riprese video e ricerche sul camp o…. Dall’inizio dell’anno (2023) al 22 agosto, 34 bambini palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania, in un 2023 che si prefigura l’anno più sanguinoso dal 2005. In effetti, “supera già le cifre annuali del 2022, le più alte dal 2005”, in termini di vittime, secondo quanto riferito dal Coordinatore Speciale delle Nazioni Unite per il Medio Oriente , Tor Wennesland, durante una conferenza il mese scorso. Questi numeri, insieme ad altri fattori, inclusa l’espansione da parte di Israele di insediamenti illegali in Cisgiordania, minacciano “di peggiorare la difficile situazione dei palestinesi più vulnerabili”, secondo Wennesland …. Tuttavia, questi “palestinesi più vulnerabili” esistono al di là delle semplici statistiche. Quando i soldati israeliani hanno ucciso Mohammed Tamimi il 5 giugno, il nome del bambino è stato aggiunto a una lista in continua espansione. Il ricordo del piccolo, come quello di tutti gli altri bambini palestinesi, è impresso nella coscienza collettiva di tutti i palestinesi. Ne acuisce il dolore, ma impone anche di continuare a lottare e resistere. Per i palestinesi, l’uccisione dei loro figli non è solo un atto casuale di un esercito che manca di disciplina e non teme ripercussioni. I palestinesi sanno che la guerra israeliana contro i bambini è una componente intrinseca della più ampia guerra israe liana contro tutti i palestinesi …. I bambini palestinesi sono “piccoli serpenti”, ha scritto la politica Ayelet Shaked nel 2015. In un post su Facebook pubblicato dal Washington Post, Shaked ha dichiarato guerra a tutti i palestinesi e ha chiesto l’uccisione delle “madri dei martiri palestinesi”. Ha scritto: “Dovrebbero seguire i loro figli, niente potrebbe essere più giusto”. Poco dopo, Shaked divenne, ironia della sorte, il Ministro della Giustizia israeliano. I dati raccolti dai gruppi internazionali per i diritti umani non lasciano dubbi sul fatto che la natura delle uccisioni dimostri che queste fanno parte di una strategia globale messa in atto dall’esercito israeliano. In tutti i casi recentemente indagati da Human Rights Watch, “ le forze israeliane hanno sparato alla parte superiore del corpo dei bambini”. Questo è stato fatto senza “intimazioni di avvertimento ” o l’utilizzo di misure comuni e meno “letali ”… Nello specifico, l’uccisione dei bambini palestinesi è una strategia militare israeliana specifica e deliberata. La stessa logica ora applicata in Cisgiordania è già stata utilizzata nella Striscia di Gaza. I dati delle Nazioni Unite mostrano che, nella guerra israeliana a Gaza nel 2008 -2009, sono stati uccisi 333 bambini palestinesi. Altre stime riportano 410. Nel 2012, 47 bambini sono stati uccisi durante l’Operazione israeliana ‘Pilastro di Difesa’. Nei mesi di luglio e agosto 2014, 578 bambini sono stati uccisi durante l’assalto
28 israeliano alla Striscia. L’attacco del 2021 ha ucciso 66 bambini, mentre nel 2022 il numero era di 17, e così via.Tra marzo 2018 e maggio 2019, 59 bambini palestinesi sono stati uccisi nella cosiddetta “Grande Marcia del Ritorno”, le proteste di massa che hanno avuto luogo presso la recinzione che separa Israele da Gaza. Tutti i minori sono stati uccisi a distanza dai cecchini israeliani. Parliamo di migliaia di bambini morti e feriti. Per essere precisi, 8.700 tra il 2015 e il 2022 , secondo le Nazioni Unite. Persino la logica insensibile e spesso disumanizzante del “danno collaterale” non può giustificare tali cifre… Il problema, per i palestinesi, non è solo quello della violenza di Israele, ma anche la mancanza di volontà internazionale di ritenere Israele responsabile . La responsabilità richiede unità, risolutezza, determinazione e azione. Questo compito dovrebbe essere una priorità per tutti i Paesi che hanno veramente a cuore i palestinesi e i diritti umani universali. Senza tale azione collettiva, i bambini palestin esi continueranno a morire in gran numero e nei modi più brutali, una tragedia che continuerà ad addolorare e mortificare tutti noi. ” Ci siamo affidati alle parole del Palestine Chronicle perché impossibili da riprodurre senza perderne l’efficacia. Segnaliamo inoltre un articolo di Ilan Pappè : La guerra implacabile di Israele contro i bambini di Palestina https://www.csavittoria.org/it/node/739 E arriviamo al 7 ottobre 2023. Una data di guerra , come decine di altre sub ìte dal popolo Palestinese , che invece stavolta si è rivoltat o contro l’occupazione militare, il colonialismo e la Pulizia Etnica. Una data che segna per il popolo Palestinese un punto di non ritorno perché ha messo in discussione lo strapotere militare israeliano e la sua impunità . Una data che ha messo il mondo intero davanti alle sue responsabilità e che lo sta cambiando come davanti ad uno spartiacque. Una giornata che fatto crollare il suprematismo sionista riportando ogni coscienza davanti al bivio: uno stillicidio di violenza Genocida, ora diventato Genocidio conclamato costruit o sul presupposto ideologico d ella superiorità di un a “razza ebraica” (inesistente dal punto di vista antropologico) oppure una prospettiva di Pace che rispetti il diritto all’Autodeterminazione del popolo Palestinese di cui non esisteva più alcuna traccia sull’agenda politica internazionale . Il quadro internazionale ci parla nel frattempo di un’escalation di guerra militare che è solo la continuazione di una guerra economica tra blocchi e potenze imperialiste che si stanno contendendo l’egemonia mondiale. Un’egemonia sui mercati, sulle riserve energetiche, sul controllo economico -politico -militare , su aree fondamentali dal punto di vista geo -politico, sul consenso di paesi economicamente più arretrati da utilizzare come pedine in questo scontro globale senza quartiere. La stessa guerra contro il popolo Palestinese fa parte di questo conflitto globale , spingendo ad intervenire e a speculare sulla vita di un popolo utilizzando sia ogni strumento di propaganda che l’intervento armato . La presenza militare della flotta USA nel Mediterraneo , come deterrente per il Libano e l’Iran , l’invio di una formazione di navi da guerra della coalizione dei “buoni” , con l’ Italia in prima fila, segna un passo importante verso questa escalation di guerra mondiale a pezzi. I bombardamenti sul Libano e non solo sulla linea di confine ma mirati, terroristicamente, contro chi supporta con le armi la Resistenza e in fin dei conti la vita stessa del popolo Palestinese . L’arbitrario bombardamento della popolazione Huthi che si oppone al continuo flusso navale di enormi quantità di armamenti a israele, lungo il Mar Rosso , segna la scelta di campo dell’occidente imperialista che non può tollerare difficoltà e ritardi nel trasporto delle merci indispensabili all’economia capitalista già in crisi. Grandi e criminali piani di strategia economica -politica -militare che si giocano sulla pelle di un popolo. Le altre potenze , in varie gradazioni di imperialismo (i puristi delle definizioni ci perdonino questa generalizzazione ) stanno prendendo le misure alla situazione cercando di trarne giovamento con alleanze variabili in relazione alle zone di confronto/scontro con il
29 nemico. Sempre e comunque al di sopra e nel disprezzo di ogni etica o rispetto dei diritti umani. Sul governo meloni/salvini abbiamo già detto molto in questa e in altre occasioni , e possiamo ancora solo sottolineare l’ansia meloniana di interpretare a meraviglia il suo ruolo di piccolo arrogante partner inserito nel blocco imperialista occidentale c he le ha garantito stabilità finanziaria e il parere positivo delle grandi agenzie di rating statunitensi. Ma questo non basta perché la sub -cultura militarista degli estimatori della fiamma mussoliniana , congiunta al loro neoliberismo in economia , sta spingendo l’acceleratore ideologico ed economico sul riarmo dell’esercito /nazione e su partnership europee per la costruzione di nuovi armamenti sempre più sofisticati ottenendone lo scorporo dal calcolo debito pubblico/prodotto interno lordo. Un’accelerazione e un via libera alla corsa all’ “italico” riarmo impresso ideologicamente ed economicamente da Crosetto in vista di una prossima guerra globale… con l’evidente sottrazione di fondi e di tagli alla sanità pubblica, scuola e welfare già demoliti dai governi neo - liberisti precedenti. Noi però non “tifiamo” e non stiamo con nessun blocco imperialista. Anzi crediamo che il futuro mondo multipolare, che si sta oggi delineando, non porterà nessun miglioramento alle condizioni di vita delle classi subalterne di ogni paese del mondo. Noi stiamo dalla parte degli sfruttati del mondo per un processo rivoluzionario di emancipazione dallo sfruttamento di classe in qualunque parte del mondo e in qualsiasi forma di organizzazione dello stato si rappresenti. Ma torniamo alla propaganda israeliana. Tutte queste pagine crediamo siano abbastanza eloquenti e sufficienti per spazzare via ogni accusa infamante di antisemitismo per chi solidarizza con il popolo Palestinese . Per Israele , e gli stati complici , ogni critica al Genocidio Palestinese viene stigmatizzata come antisemitismo ma è sotto gli occhi del modo intero come questa accusa sia schifosamente strumentale. Per chi si è sempre battuto mettendo in gioco la propria libertà personale e la stessa vita contro ogni forma di discriminazione su base etnica e religiosa questa è solo un’accusa infamante per coprire uno stato Genocida come Israele . Fascismo, nazismo, antisemitismo, razzismo, arabofobia, islamofobia, sessismo, razzismo, omofobia hanno una stessa matrice ideologica e sub-culturale che affonda le radici nella società capitalista e p atriarcale per dividere e frammentare una possibile unione dei nuovi schiavi che fanno girare le ruote di un modo di produzione basato sullo sfruttamento di classe . Alle polemiche e ai divieti del 16° corteo consecutivo di mobilitazione in solidarietà con il popolo Palestinese in occasione della “Giornata della Memoria” del 27 gennaio perché non si perda MAI il ricordo dell’ orrore dell’Olocausto abbiamo risposto: Siete voi gli antisemiti che state infangando la memoria di una strage di innocenti. Siete voi sionisti assassini che state utilizzando l’Olocausto del popolo ebraico contrapponendolo al Genocidio del popolo Palestinese .
30 A questa cruda ma significativa vignetta di Vauro possiamo aggiungere che il MAI PIU’ umanamente riconosciuto dopo l’orrore dell’Olocausto, è diventata la giustificazione vigliacca del diritto alle peggiori nefandezze come la Pulizia Etnica fino alla rivendicazione del diritto al Genocidio del popolo Palestinese . E arriviamo all’oggi . Alla possibile Soluzione Finale a Gaza La strumentalizzazione dell’Olocausto in chiave Genocida , l’utilizzo della religione come elemento settario e divisivo , fomentato da Israele per una sempre maggiore radicalizzazione religiosa , oggi pesa anche come giustificazione al divieto/razionamento durante il prossimo Ramadan all’accesso al la “spianata delle Moschee ” e alla moschea di Al -Aqsa simbolo sacro per i credenti di fede musulmana. Per noi, lontani come siamo da ogni confessione religiosa, questa è l’ennesima provocazione criminale scientemente voluta dall’assassino Netanyahu che rischia l’innescarsi di un a ulteriore escalation di rabbia generalizzata nelle popolazioni tutto il mondo arabo. Un disprezzo e un’offesa enorme e intollerabile costruita ad arte per provocare una naturale ribellione violenta da poter assimilare ad un’altra religione definita come nemica e inferiore per criminalizzarla e suscitare un ulteriore radicalizzazione religiosa del conflitto. L’orrore dell’attualità è in continua evoluzione scandita da assalti agli ospedali, bombardamenti di agglomerati di profughi, assassini “mirati” di chi viene considerato terrorista e arresti e deportazioni in massa come testimoniato da ogni mezzo d’informazione anche israeliano. In questo momento (16.03.2024) , dopo circa 71.654 feriti , 31.045 morti riconosciuti e migliaia di corpi ancora sotto le macerie spianate dai bulldozer israeliani, l’assassino Netanyahu spinge per l’ultima fase della Soluzione Finale sostenuto dal la protervia del governo U.S.A. che, per l’ennesima vota, ha votato contro l’ultima risoluzione dell’Onu per un cessate il fuoco immediato . Il massacro finale prevederebbe un ulteriore spostamento al nord di quasi 1.500.000 Palestinesi che si dovrebbero spostare, a piedi e con mezzi di fortuna, in mezzo alle macerie di case, chiese, moschee, scuole e ospedali rasi al suolo portandosi dietro quanto rimane della loro vita precedente. Senza alcuna assistenza sanitaria o mezzi di sostentamento.
31 Un’ultima breve riflessione: USA ed Europa non hanno mai voluto riconoscere ufficialmente al popolo Palestinese il suo legittimo diritto all’esistenza come popolo e come stato. Il Genocidio sionista in corso ha portato gli USA , nel loro nuovo ipocrita e miserabile ruolo di gendarme “buono”, a scegliere tatticamente una direzione che portasse , non alla pace, ma alla “pacificazione ” del conflitto. La sfolgorante e miracolosa “nuova ” proposta e quella già annun ciata alla conferenza di Oslo del 1993 di due popoli in due stati. Nessuno però parla di una soluzione che possa riconoscere l’ingiustizia storica vissuta dai palestinesi da quasi 80 anni né scardinare l’impunità per l’occupante sionista. Nessuno ovviamente spiega come possa esistere uno “stato Palestinese ” diviso in frazioni di territorio non comunicanti e imbottite di colonie nemiche. Nessuno , ovviamente, minaccia sanzioni o … “guerre umanitarie ” contro l’occupazione militare israeliana per difendere il popolo Palestinese . Nessuno indica strade che possano portare nella direzione di una pace vera, una Pace Giusta per il popolo Palestinese . Questo perché Israele, inseguendo il criminale sogno sionista, vuole l’intera Palestina e per questo procede ad un Genocidio e ad una Pulizia Etnica senza più neanche invocare l’autoproclamato e univoco diritto alla difesa con il quale ha sempre giustificato ogni orrore . L’assassino sionista occupante vuole imporre alla sua vittima di non protestare per mettere il mondo intero davanti al fatto compiuto della scomparsa dell’identità Palestinese in terra di Palestina. Noi c rediamo invece che il futuro del popolo Palestinese non possa in alcun modo dipendere dalle scelte politiche dell’imperialismo mondiale né essere condizionato da lle scelte tattiche di schieramento delle diverse potenze locali. Il futuro del popolo Palestinese deve rimanere nelle sue mani orgogliose e prodursi in un libero processo di Autodeterminazione. Siamo consapevoli che la Pace, una Pace Giusta, richiederà anni e un lungo percorso di convivenza tra popoli diversi simile , con l’auspicio sia molto migliore , a quello sudafricano dove Nelson Mandela, detenuto per 27 anni come terrorista , è potuto diventare presidente del Sud -Africa. Lo stesso Sud Africa che il mese scorso ha chiesto l’incriminazione di Israele alla corte di Giustizia dell’Onu. Ci affidiamo alla consapevolezza del popolo e della resistenza Palestinese di definire una strada e di perseguirla nella costruzione di rapporti di forza che le permettano di ottenerla. Nel frattempo, siamo e saremo al suo fianco contro il Genocidio, contro il sionismo e contro l’imperialismo in ogni sua forma. Non aspettiamo questo ultimo atto di genocidio, riempiamo le piazze, boicottiamo l’economia israeliana, mostriamo con ogni mezzo necessario la nostra rabbia contro il genocidio del popolo Palestinese . CONTRO L'INGIUSTIZIA STORICA IMPOSTA AL POPOLO PALESTINESE DA QUASI 80 ANNI . PER FERMARE IL GENOCIDIO. PER FERMARE LA PULIZIA ETNICA. PER UN CESSATE IL FUOCO PERMANENTE. PER L'INGRESSO IMMEDIATO DI AIUTI UMANITARI A GAZA. PER FERMARE LA VIOLENZA DI ESERCITO E COLONI IN CISGIORDANIA . PER UNO SCAMBIO DI PRIGIONIERI "TUTTI PER TUTTI". PER UNA PACE VERA E GIUSTA. PER IL RITORNO DEI PROFUGHI. PER IL DIRITTO ALL'AUTODETERMINAZIONE DEL POPOLO PALESTINESE .
32 Chiudiamo ora questo nostro contributo, documento? Questa riflessione? Non sapremmo neanche noi come definirlo , questo racconto insieme di semplici ricostruzioni storiche, di sofferenza vissuta, di rabbia e di umanità ma anche di una lontana ma possibile prospettiva di Pace confidando nel coraggio e nella capacità di resistenza del popolo Palestinese . Siamo consci di quant a storia, quanti dati, ragionamenti e approfondimenti manchi no, per esigenza di sintesi , in queste pagine da moltissimi punti di vista , ma chi vorrà approfondire troverà molti libri scritti storici /storiche, compagne e compagni molto più brave e bravi di noi , oltre ai nostri continui appelli per ogni sabato di mobilitazione a partire dal 7 ottobre Il nostro confuso sforzo di sintesi crediamo abbia , però, il pregio di contenere in primo luogo un amore e una dedizione assoluta alla causa Palestinese ma anche un approccio facile con diverse modalità comunicative, molto oggettivo e divulgativo . Tutto questo sarà servito se, ascoltando la solita vomitevole narrazione quotidiana sul 7 ottobre e sui “palestinesi terroristi”, qualcuna o qualcuno, dopo averlo letto, potrà alzare la voce con una maggiore conoscenza e coerenza schierandosi e affermando : io sto con la Palestina . Concludiamo, una volta per tutte , con le parole che il poeta Palestinese Refaat Alareer ha lasciato sulla rete poco prima di essere assassinato il 6 dicembre 2023 insieme alla sua famiglia in un attacco chirurgico sul palazzo dove viveva. “Se dovessi morire, tu devi vivere per raccontare la mia storia per vendere le mie cose per comprare un po’ di carta e qualche filo per farne un aquilone (fallo bianco con una lunga coda) cosicché un bambino, da qualche parte a Gaza, guardando il cielo negli occhi in attesa di suo padre che se ne andò in una fiamma senza dare l’addio a nessuno nemmeno alla sua stessa carne nemmeno a sé stesso veda l’aquilone, il mio aquilone che tu hai fatto, volare là sopra e pensi per un momento che un angelo sia lì a riportare amore. Se dovessi morire, fa che porti speranza fa che sia un racconto!»
33 Riportiamo un elenco incompleto degli autori a cui abbiamo "liberamente" attinto e da cui abbiamo preso spunto. Mahmud Darwish - tra gli altri : Trilogia Palestinese - Inni Universali di Pace Ilan Pappè - tra gli altri : 10miti su Israele - Storia della Palestina Moderna Samah Jabr (il 9 aprile a Milano ) - Sumud - Dietro i Fronti Ghassan Ganafani - tra gli altri : Ritorno a Haifa - Umm Saad Susan Abulhawa - tra gli latri : Ogni mattina a Jenin - Contro un mondo senza Amore Stefano Mauro (FPLP - introduzione di Leila Khaled) Suad Amiry - Golda ha dormito qui - Sharon e mia suocera Michele Giorgio - Nel baratro A.Kapeliouk - Sabra e Chatila cronaca di un massacro Rita Porena - Il giorno che a Beirut morirono i panda Ci sentiamo anche di segnalare una lettura preziosa sul colonialismo nei suoi aspetti ideologici di disumanizzazione e suprematismo: “La maledizione della noce moscata" di Amitav Gosh e "Anno 501 la conquista continua" di Noam Chomsky. E poi articoli dello scomparso e insostituibile Stefano Chiarini, Michele Giorgio, Eliana Riva, Chiara Cruciati e molt@ altr@ che ringraziamo. www.ricostruiamoasilovik.it www.csavittoria.org

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